Web Tax, Parigi cambia regime. Alleanza con Berlino contro "Apple&C"
Ma la battaglia del presidente francere è un'altra: raggiungere al termine del suo mandato un'armonizzazione fiscale, almeno tra i 19 Paesi membri dell’eurozona
L'asse europeo per eccellenza, Francia e Germania, dichiara guerra ai colossi americani del tech. In attesa che la web tax comunitaria veda la luce, Francia e Germania sono pronte ad allearsi per impedire ai giganti tecnologici di utilizzare scappatoie fiscali per pagare meno tasse nel Vecchio Continente e sottrarre preziose quote di mercato alle compagnie continentali.
In un'intervista rilasciata nel fine settimana a Bloomberg, il ministro dell'Economia del governo Macron, Bruno Le Maire, dopo essersi lamentato della lentezza con cui Bruxelles procede sul tema, ha spiegato che Parigi avanzerà la propria proposta per "regole più semplici" e una "tassazione reale" alla riunione informale dell'Ecofin di metà settembre a Tallinn, in Estonia.
"L'Europa deve imparare a difendere i propri interessi economici in maniera più decisa, come fanno già la Cina e gli Usa", ha spiegato Le Maire. "Non puoi prenderti i benefici di fare impresa in Francia o in Europa senza pagare le tasse che le altre imprese - francesi o europee - sono obbligate a versare", ha aggiunto. Ma Parigi non sta solo pensando solo a un’offensiva in grande stile sulla falsariga delle maximulte imposte ad Apple un anno fa per accordo fiscale illegittimo con l’Irlanda e a Google a fine giugno per posizione dominante nei motori di ricerca.
In realtà, il disegno di Macron è ben più ampio ed è quello di una vera armonizzazione fiscale, almeno tra i 19 Paesi membri dell’eurozona. La promessa del nuovo presidente francese di portare la corporate tax transalpina al 25% entro la fine del suo mandato quinquennale va proprio nella direzione di riequilibrare una situazione europea non omogena, con Paesi come l’Irlanda e Cipro che mantengono un’aliquota del 12,5% (sempre in Eurolandia c'è il Lussemburgo con tassazione al 29,2% e immediatamente fuori la Danimarca al 20%), quasi un terzo di quella francese e che spinge le stese compagnie europee alla delocalizzazione fiscale delle sedi.
"Non oltre il 2018 dovremmo essere in grado di avere lo stesso livello della Germania, il che sarebbe la base per uniformare il livello di tutti i Paesi dell'Eurozona", ha detto il ministro transalpino dell'Economia. La battaglia di Macron dovrebbe trovare degli alleati. Le indiscrezioni parlano di una convergenza piuttosto ampia di Paesi all'interno di Eurolandia che subiscono la concorrenza fiscale di Dublino e Nicosia. Una battaglia, dunque, tutta comunitaria che nasce da squilibri irrisolti in cui il gruppetto dei Faang, l'acronimo con cui sono stati ribattezzati a Wall Street i giganti della Silicon Valley Facebook, Amazon, Apple, Netlix e Google, verrà strumentalmente messo in mezzo. Dopotutto, se la sono cercata.