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Economia
Zegna, Omicron e il ribelle Dem Manchin non rovinano la festa al marchio
Gildo Zegna 

Apertura del titolo Zegna a 10,24 dollari, dopo 30 minuti il titolo sale del 10,85% a 11,24 dollari

Debutto positivo al Nyse per l'italiana Ermenegildo Zegna nonostante la diffusione della variante Omicron del coronavirus e la decisione del senatore democratico Joe Manchin di non sostenere l'agenda economica del presidente Joe Biden, che a questo punto non ha i numeri in Senato per far approvare il suo piano di spesa "Build Back Better" da quasi 2.000 miliardi di dollari, stiano spaventando gli investitori.

Dopo un'apertura a 10,33 dollari, il titolo sale ora del 10,85% a 11,24 dollari. L'amministratore delegato, Gildo Zegna, ha suonato oggi la campanella alla Borsa di New York. Le premesse corporate ai nastri di partenza sono ottime: il primo marchio della moda italiana a quotarsi alla Borsa più famosa del mondo, seguendo le orme di altri big dell'economia tricolore come LuxotticaFerrari.

 Una capitalizzazione iniziale di mercato attesa di 2,4 miliardi di dollari e fra gli 800 e i 900 milioni di dollari raccolti con la Spac promossa da Investindustrial di Andrea Bonomi dal valore di 3,1 miliardi di dollari, veicolo a capo di un business che quest'anno ha registrato una crescita del fatturato del 30% rispetto al 2020.

Mentre i listini europei viaggiano in negativo (Piazza Affari in mattinata è arrivata a perdere anche il 3% e ora è sempre maglia nera nel Vecchio Continente), avvio in netto calo a Wall Street: il Dow Jones cede l'1,36%, l'S&P 500 l'1,24% e il Nasdaq Composite l'1,49%. La variante Omicron ha costretto diversi Stati a imporre nuove restrizioni e sta alimentando le conseguenti preoccupazioni sulla crescita mondiale e, negli Stati Uniti, la notizia del no di Manchin ha spinto la reginetta di Wall Street Goldman Sachs a tagliare le proprie previsioni di crescita degli Usa (nel primo trimestre 2022, crescita rivista dal 3% al 2%).

Omicron è ormai presente in almeno 43 Stati Usa e in circa 90 Paesi. Negli Stati Uniti, venerdì sono stati registrati oltre 156.000 casi, secondo le autorità federali; dall'inizio della pandemia, superati i 50 milioni di casi e gli 800.000 morti. Il presidente Joe Biden ha avvertito che gli americani non vaccinati hanno davanti "un inverno di gravi malattie e morte" e ha invitato tutti, di nuovo, a vaccinarsi.

Il debutto nella finanza newyorkese segna quello che sarà il punto più alto dopo il momento più drammatico, per molte aziende, della pandemia da Covid, che aveva portato al crollo dei ricavi e alla chiusura di molti store. L'amministratore delegato, Ermenegildo Zegna, lo ha paragonato alla "Seconda guerra mondiale", ma l'arrivo dei vaccini ha riportato entusiasmo.

Secondo i dati forniti da Bain Consulting Group, il marchio italiano ha registrato una crescita del 30% rispetto al 2020.  La famiglia Zegna manterrà il controllo con quasi il 66% del capitale, Investindustrial rimarrà azionista di rilievo con circa il 13% mentre il flottante sarà attorno al 21%. 

Il debutto a Wall Street, secondo gli analisti finanziari, segna idealmente un punto di passaggio per tutto il Paese. "Questo è stato l'anno dell'Italia - ha commentato Zegna in un'intervista al New York Times - sarà l'anno della nostra storia e penso anche quello del resto dell'industria. E' il momento in cui l'Italia ha una tale quantita' di energia che vogliamo affermare il nostro ruolo nel mondo".

Il brand conta su quasi 300 store in tutto il globo e dovrebbe chiudere l'anno con vendite per 1,2 miliardi di euro. Con l'ingresso allo Stock Exchange di New York, il brand lancia la sfida ai giganti del lusso come Louis Vuitton, Tiffany & Company e Dior. In passato ci sono state offerte pubbliche di acquisto a Wall Street da parte di altri marchi italiani, come la Ferrari nel 2015 e il gruppo Luxottica nel '90, poi uscito dalla lista, mentre altri due brand della moda, come Prada e Ferragamo, hanno preferito quotarsi a Hong Kong e Milano.

Nelle interviste rilasciate in vista del debutto a Wall Street, il Ceo di Zegna, Gildo Zegna, la terza generazione della famiglia a gestire l'attività dalla sua fondazione nel 1910, ha detto che la crescita organica è la priorità del gruppo, malgrado non si escluda la possibilità di acquisire alcuni dei fornitori del gruppo e una seconda quotazione sul listino nazionale di Piazza Affari. 

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