Spettacoli
Ascolti TV, fine di Michele Santoro: l'allievo Formigli fa il triplo di share
Flop Auditel del programma M, che non raggiunge il 3 %. La crisi di un ex conduttore di punta rottamato dal "grillismo" e dal tramonto di Berlusconi
Michele Santoro in crisi di ascolti. Il suo programma M dedicato ad Aldo Moro in prima serata su Raitre, collocazione di rete e orario che una volta rappresentava l'epitome dei suoi trionfi, ha stentato ieri a raggiungere i 660.000 spettatori con un magro risultato del 2,8 % di share.
Su La7, intanto, il suo allievo Corrado Formigli conquistava con Piazza Pulita 1.254.000 spettatori con il 6,9 % di share, quasi il triplo del maestro. Ma sul fronte della sfida Auditel, giovedì in prime time Santoro soccombeva anche all'altro competitor politico Stasera Italia Speciale, su Rete4, che ha raggiunto 682.000 spettatori e il 3,5 % di share.
Non è un caso speciale, il declino degli ascolti dei programmi di Michele Santoro è una costante da qualche tempo. La sua lontananza dallo schermo televisivo, in un periodo in cui si faceva strada un nuovo tipo di giornalismo rampante e "grillino", come quello dei talk politici di La7 è sicuramente uno dei motivi principali di questa débacle. Ma vi è un'altra ragione di fondo: Michele Santoro fu una delle pochissime voci fuori dal coro durante il periodo bulgaro di Silvio Berlusconi. Fino al 2011, i suoi programmi costituivano un appuntamento imprescindibile del dibattito politico in un'Italia divisa tra entusiasti berlusconiani e antiberlusconiani di ferro, e nella quale iniziava a farsi largo Beppe Grillo con la sua retorica del "vaffa" ai partiti tradizionali.
Con le dimissioni di Silvio Berlusconi nel 2011, Michele Santoro è andato via via perdendo lo smalto che lo contraddistingueva, come se gli fosse stata tolta la sua stessa motivazione professionale. Almeno per quanto riguarda il dibattito politico, il validissimo conduttore ha perduto terreno, superato da colleghi televisivi quali Giovanni Floris e lo stesso suo ex protégé Formigli, o Lilli Gruber, che hanno trovato il successo su La7, un canale che ha saputo fiutare l'aria del tempo e cavalcare l'onda del successo grillino (favorendolo anche, ma questa è un'altra storia).
Santoro, che era l'unico a trasmettere i comizi di Beppe Grillo quando il m5s non era ancora entrato nelle istituzioni, è stato anche l'unico che, paradossalmente, non ha giovato del successo pentastellato, restandone forse penalizzato addirittura.
Oltre al già citato Corrado Formigli, lo stesso Marco Travaglio, che Santoro ha contribuito a rendere popolare salvo poi smarcarsene in quanto troppo schierato con il m5s, fa ancora il bello e il cattivo tempo nei talk show, mentre per il conduttore salernitano sembra esservi, per paradosso, sempre meno spazio nel magmatico calderone dell'informazione politica. Quella stessa informazione politica che, bisogna riconoscerglielo, Michele Santoro ha contribuito, spesso coraggiosamente, a svecchiare e a rendere fruibile a un pubblico eterogeneo cercando di stimolare dubbi e riflessioni. Forse che, in questo tempo di certezze granitiche, l'ex conduttore dei fortunatissimi AnnoZero e Servizio Pubblico risulti ormai fuori posto e anacronistico?