Spettacoli
Duilio Giammaria (Petrolio): “Tv italiana? Ha poca visione sul mondo"
"Il giornalismo d'inchiesta in Italia? Mi piacciono Gabanelli, Iacona e Zoro": parla ad Affari Duilio Giammaria conduttore di Petrolio su Rai 1
“Il nuovo ciclo di Petrolio partirà da dove vi ha lasciato. Ci eravamo salutati dicendo che ci sono dei grandi trend nel mondo, che andavano raccolti e interpretati. Dall’automazione alla robotica, passando per l’intelligenza artificiale o l’industria del cibo…. Noi cerchiamo di intercettare in ogni stagione alcune idee chiave che servono a interpretare quel momento particolare”. Lo spiega ai microfoni di Affari, il conduttore Duilio Giammaria, Giornalista autore di numerosi reportage: dai Diari di Guerra a Le vide della Droga, passando Sulle tracce di Bin Laden o Sulle Orme di Marco Polo. E molti altri.
E ora si prepara alla nuova stagione di Petrolio su Rai 1. “Certamente parleremo dell’Europa e della sua globalizzazione fallita. Avrebbe potuto essere una formidabile risorsa. Lo è ancora, ma – come dice il titolo del programma ‘Petrolio’ – può essere buono o fonte di devastazione. Ad ogni modo analizzeremo in ogni puntata un mega trend del mondo”.
Volgendo lo sguardo a questo gigantesco mega-trend europeo chiamato Brexit, lei cosa vede oggi?
“Innanzitutto vedo l’Islanda (ride, ndr). Scherzo, però la loro vittoria sugli inglesi a Euro 2016 è una bellissima lezione di vita. Abbiamo visto una squadra di calcio dove il commissario tecnico fa il dentista, l’altro che fa il commerciante e così via… che batte una nazionale di professionisti come l’Inghilterra della Brexit. A parte le battute io sono cresciuto con l’Europa, a 29 anni ho visto l’Europa unita e ho vissuto con il sogno di vedere un Paese che diventava sempre più grande. Penso che ancora quella sia l’intuizione giusta. Noi ora dovremo raccontare un po’ di più e un po’ meglio perché l’Europa è necessaria”.
Su quali altri temi si soffermerà nelle sue inchieste della nuova stagione di Petrolio?
“Ad esempio il calo della demografia in Italia: facciamo pochi bambini e li ‘culliamo’. E l’allarme in questo senso è scattato, con il rischio paventato da qualcuno che il Paese collassi su se stesso. Perché accade questo? E’ una questione di costo economico o di visione che abbiamo nel mondo?. Un altro temo su cui vorrei indagare è quello delle città, che sono l’espressione di noi stessi. Ogni volta che usciamo da casa siamo cittadini. Come facciamo a esserlo in una realtà che vede altre città meravigliose tipo Hong Kong o Singapore?”
Qual è il giornalismo d’inchiesta che le piace vedere in Italia?
“Mi piace vedere tutte le volte che c’è uno sforzo di originalità e l’inchiesta non cade nella retorica. Dove non c’è un’informazione gridata o che vende la sua pelle a un’idea commerciale”.
Ad esempio quali sono i colleghi che segue?
“Milena Gabanelli, Riccardo Iacona. Anche lo stesso Zoro (Diego Bianchi, ndr) e il suo Gazebo (nella seconda serata di Rai 3, ndr): nel suo genero molto romano e politico-centrico. Però…”
Però?
“Mi manca una cosa…”
Quale?
“La visione sul mondo. Ancora oggi, spesso abbiamo - come televisione italiana - poca attenzione sul mondo. E lì c’è molto da fare da parte di tutti. Compreso il mio Petrolio…”.
Lei si sente un po’ la nuova Gabanelli?
“Sono un modo di raccontare la realtà. Così come ha fatto Milena e tanti altri benissimo”
Clicca qui per la video-intervista integrale di Duilio Giammaria ad Affari