Spettacoli

Gas Station, Olga Torrico alla Settimana Internazionale della Critica

ANDREA CIANFERONI

Gas Station è prodotto da Adam Selo e Olga Torrico per Sayonara Film, da Factory Film e Associazione Terre di Cinema, in collaborazione con il CSC

Alla sua prima esperienza di regista e interprete protagonista, dopo alcuni anni di attività nella produzione e distribuzione cinematografica, la giovane artista ha scelto per il suo lavoro di affrontare il tema del riscatto da un passato non vissuto come si sarebbe voluto per paure e insicurezze personali. 

Sarà in concorso alla 35. Settimana  Internazionale della Critica di Venezia, nella sezione SIC@SIC Short Italian Cinema, nata da una sinergia tra il Sindacato Nazionale Critici  Cinematografici Italiani e Istituto Luce-Cinecittà, il primo cortometraggio di Olga Torrico: “Gas Station”.  Alla sua prima esperienza di regista e interprete protagonista, dopo alcuni anni di attività nella produzione e distribuzione cinematografica, la giovane artista ha scelto per il suo lavoro di affrontare il tema del riscatto da un passato non vissuto come si sarebbe voluto per paure e insicurezze personali. Alice è un’ex flautista che lavora in una pompa di benzina, avendo accantonato la sua passione musicale a causa di un senso di vuoto che la bloccava nell’esecuzione davanti al pubblico. La meccanicità del suo quotidiano viene interrotta dall’incontro casuale col suo vecchio insegnante di musica, proprio nel momento in cui sta per vendere il suo strumento musicale per dare un taglio definitivo al passato. Ma questo evento dettato dal caso la porta a ripercorrere un’analisi introspettiva che la costringerà istintivamente a chiedersi se sia rimasta per troppo tempo senza la sua vera benzina. Il corto ha avuto varie fasi di lavorazione, dettate anche dalla scelta di utilizzare linguaggi diversi, con parti girate in 35 mm e altre lavorate sull’uso creativo di immagini d’archivio e sul recupero della memoria di filmini di famiglia dall’archivio privato dell’autrice.

Come racconta Olga Torrico, il corto è stato realizzato sul filo di una importante ricerca nel passato, con un istintivo lavoro di riscrittura in montaggio. Un montaggio creativo allo stato puro, senza alcun misticismo o impianto premeditato, a cui si è aggiunta un’ultima fase di elaborazione durante il lockdown dell’emergenza Covid: “Avevo scritto un soggetto che è risultato vincitore del bando Extended Cinecampus, un percorso molto stimolante che dava la possibilità di girare il proprio cortometraggio in pellicola a Catania. Si trattava di un’esperienza formativa con 10 futuri registi che prevedeva solo 12 ore per girare, inclusi gli spostamenti, una sola location e determinati paletti che potevano effettivamente comportare alcune difficoltà oggettive. Condizionata un po’ dall’ansia del rispetto di tempi strettissimi e un po’ dalla scoperta del nuovo, ho cercato di evocare nelle scene girate in loco quel fermento, narrando una storia condizionata dal caso, o dal segno, dell’incontro tra Alice e il suo professore di musica di quand’era bambina. Quando sono tornata alla base ho voluto approfondire il mondo interiore della protagonista, approcciandomi al lavoro in modo istintivo, evocativo. Volevo raccontare il bisogno profondo di Alice di riconnettersi con se stessa ed emanciparsi dalle sue paure. Ricordi perduti si confondono con i sogni, come se fossero le immagini di un’altra vita.

Per realizzare questo aspetto contrappuntistico alla realtà, ho compiuto un lungo lavoro di ricerca nei miei personali archivi audiovisivi dell’infanzia, e ho associato alcune immagini recuperate da altri archivi, in parte attinte dai miei sogni, alle riflessioni della protagonista, per far maggiormente rivivere il suo passato reciso. È stata una lavorazione lunga, anche frammentata, ma in qualche modo questo procedimento creativo era speculare al lavoro che facevo su me stessa durante la post-produzione, in cui lasciavo andare insicurezze e limiti che avevo vissuto sul set, la rigidità di quei paletti allora necessari ma imposti, affinché quegli stessi limiti diventassero occasioni per inventare, esplorare, sperimentare senza paure. Le scene ambientate nella pompa di benzina sono state girate nel settembre 2018 a Santa Venerina, paese etneo in provincia di Catania. Quel territorio mi ha trasmesso tanta energia, lo slancio e la vitalità anche di rischiare - non a caso l’immagine conclusiva del corto è un vecchio filmato dell’Etna in eruzione. Ho vissuto infatti una bellissima esperienza, ascoltando, imparando tanto e collaborando con persone speciali, dal direttore della fotografia Eleonora Contessi, allora allieva del Centro Sperimentale assieme a gran parte del reparto di fotografia, a tutti gli altri reparti e al cast. Soltanto un anno dopo però ho ripreso in mano il film, con il supporto prezioso di Sayonara Film e di Adam Selo che è stato non solo produttore ma anche manager di post-produzione.

Ho lavorato al montaggio con Corrado Iuvara per alcuni mesi, fino al dicembre dello scorso anno, e successivamente al sound design con Riccardo Rossi. Poi è arrivato l’isolamento del coronavirus che mi ha consentito di scrivere nuove parti del cortometraggio: nel silenzio di quelle giornate mi sono resa conto che c’era ancora qualcosa che volevo tirare fuori, dal ricordo di sensazioni, profumi, stati d’animo ed emozioni scaturite dal mio rapporto con la musica durante la mia infanzia e adolescenza. Ho smesso di suonare da tempo ma la musica fa parte della mia vita e tutt’oggi torno sulla tastiera del mio pianoforte per sfogarmi o liberarmi dal resto: nel mio caso non era la mia strada professionale, ma la musica è comunque universalmente un fondamentale, costante e indispensabile incipit di arricchimento personale e, credo, fonte di flusso e ritmo anche dal punto di vista narrativo e visivo”. Il corto è interpretato dalla stessa Torrico, da Gabriele Zapparata e dal palermitano Claudio Collovà nel ruolo del professore: “Questa figura – continua la regista - riporta Alice un po’ nel suo binario, ricostruendo il trauma e conseguente blocco psicologico provocato dalla paura paralizzante vissuta prima di un concerto. Eppure, la riconciliazione con la sua essenza e la ricostruzione parziale delle sue ambizioni non è volutamente mostrata, lasciando aperto un finale di possibilità e di scelte, le stesse che possono aver condotto la protagonista a fare la benzinaia.”

“Gas Station” è prodotto da Adam Selo e Olga Torrico per Sayonara Film, da Factory Film e Associazione Terre di Cinema, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e con il sostegno di MIBACT e SIAE (“Sillumina”). Il film è distribuito in Italia e a livello internazionale da Elenfant Distribution. Direttore della fotografia è Eleonora Contessi, ex-allieva di Fotografia del Centro Sperimentale di Cinematografia. Montatore è Corrado Iuvara e Sound Designer Riccardo Rossi.