Spettacoli

Il ritorno della canzone di protesta. Inchiesta. L'intervista a Umberto Napolitano

Claudio Bernieri

Umberto Napolitano si racconta ad Affari: “Ecco la mia canzone sull'immigrazione selvaggia”

Ha voluto girare il video  della sua canzone al mercato storico dei pensionati milanesi  in viale Papiniano: tra gli spigolatori che  frugano tra le cassette di verdura e frutta scartate dalle bancarelle. Per tirare la fine  del mese, colpa  di una pensione da fame. Tra le bancarelle,  Umberto Napolitano, ex big di Sanremo, 20 milioni di dischi venduti, canta dal vivo  “ il ritorno vien dal mare”, la sua  nuova canzone sull’immigrazione. Una bomba anticonformista.

“Torno sulle scene perché in Italia c’è fame di cantautori e di verità. Perché l’Italia si svuota: qua i giovani vanno avanti solo con le raccomandazioni, e allora  i più bravi vanno all’estero. E gli anziani con le loro pensioni di fame ? Loro emigrano in Tunisia, dove la vita costa la metà. E l’Italia così  si svuota, mentre arrivano i gommoni a Lampedusa”

E si racconta  tra le arance scartate e la verdura marcita del mercato: eccolo,  nel ’66 cantava in TV  “ mille chitarre contro la guerra” .


 

“Il mio produttore era Nanni Ricordi, un patron dell’Arci e del Pci. Allora molti artisti stavano  al Giambellino, eravamo una tribù, io, Battisti, Ricky Gianco,  Herbert Pagani….. Era il ’65. Con la  mia canzone “Chitarre contro la guerra”  vinsi il premio della critica europea.  al festival delle Rose a Roma  . Lì c’era Morandi , Al Bano, i Pooh,  Dalla.  Vinsi io, E io diventai una icona della sinistra.   Ma io mi rifiutai di fare il lacchè. C’era  la chiamata di tutti i cantautori, e io dissi di  no.  Un cantautore deve  essere libero nella sua critica,  lontano dai partiti: così scrissi un pezzo insieme a Herbert Pagani, Gioventù, che subito riscosse successo. Nanni Ricordi ,  mio produttore,  rescisse  per punirmi il contratto.. Per lui dovevo continuare a cantare intruppato con gli altri cantautori. Restai  da solo. Ma io diventai autore per Casco d’oro ( al secolo Caterina Caselli ),  Carmen Villani, Sonny and Cher, i Nomadi, Loredana Bertè. Mi buttai  nella canzonetta.  Per protesta contro la strumentalizzazione dei cantautori. Ho venduto 20 milioni di dischi  con  i miei pezzi: ma mi accorsi  contemporaneamente che molti giovani non trovavano lavoro. Era l’81. Scrissi una canzone sulla disoccupazione giovanile, ”Mille volte ti amo”.. Ero un Big, eppure  venni buttato fuori da Sanremo. Il pezzo ebbe  successo: ma erano gli anni della contestazione. C’era troppo conformismo tra i cantautori. Tutti di sinistra. Fui considerato  colpevole di aver disdegnato le feste dell’Unità e il così detto impegno. Ma un artista deve essere libero, lontano dai partiti. Feci un  record di incassi con le feste paesane. Ma venni boicottato dalla  critica militante.”

Umberto l’ex Big di Sanremo, pago dei diritti Siae e dell’amicizia con Battisti, così si ritira dalle scene nel ‘91. “Mi dedico al marketing . Vado negli Stati Uniti. Ci sto dieci anni. Nel 2011 vado  in pensione, Un   hobby  solo: la  barca". Ed ecco invece la svolta: il ritorno sulle scene. Umberto apprende che il figlio di un  suo cugino , Manuel, un giovane, è costretto ad emigrare in Australia, non trovando lavoro in patria. Lascia disperata la sua famiglia. E Umberto torna a comporre canzoni. Lanciato da Sammy  Varin  di Radio Padania,  ispiratore di una musica a km zero ( niente canzoni di plastica, largo ai talenti nostrani)   Il  suo nuovo motivo è  pronto per essere teletrasmesso da un centinaio di televisioni  locali, sigla di “ Cantafestival giro “, una trasmissione aperta ai nuovi talenti, il “ricambio vien dal mare “ ha tutte le carte in regole per diventare il tormentone   di Natale. Verrà trasmesso  soprattutto dalle sopravvissute radio libere di provincia ( come la veneta Radio Birichina)  :  immagine di un sommerso musicale che al rap oppone la melodia della canzone italiana, che in questo caso parla anche di  disoccupazione e di crisi. Episodi che fanno pensare  a un ritorno della canzone di protesta, ma libera dal condizionamento dei partiti . Il sogno di Umberto Napolitano? “Ma cantare in TV  da Del Debbio!” lui  giura.

“Voglio cantare sociale” promette “ la mia canzone è un appello disperato. Oggi le grandi radio fanno solo moda,  trasmettono esclusivamente  le canzoni che  arrivano dai network commerciali, invece c’è un sacco di  giovani talenti  in giro. Ma ignorati dalle radio . E i giovani   fanno solo  i valletti nei grandi talent commerciali”.  Il ritorno sulle scene di Umberto Napolitano è tutto social e culturale.  Una anteprima  il 17 , domenica alle 18 ,alla Corte dei Brut( sul lago di Varese, a Gavirate) in una antica cascina medievale restaurata  dall’intellettuale dughiniano Rainaldo Graziani , con ribattuta su Radio Radicale.

Poi un  altro assaggio della canzone,  a Cesena, il 22 novembre, in apertura di  una conferenza sulla mafia nigeriana  con presentazione del libro “Ascia Nera” . Con Silvana De Mari , l’avv. Verni, zio di Pamela Mastropietro e Paolo Sensini ( Sala primavera 3 ,h, 20, via Mura Eugenio Valzania 22-C)

Infine, il debutto vero proprio a Milano, il 12 dicembre,  al teatro Gregorium ( Festa di Natale per i senza tetto ) con l’associazione Protetto che difende dal freddo i clochard meneghini.

Ecco video “il ritorno vien dal mare”  in anteprima   su Affari. Girato nei mercati e al museo della emigrazione italiana a Genova, vede la partecipazione del rapper Pregio nelle vesti di Manuel, il  giovane parente  di Umberto Napolitano emigrato in America perché privo di raccomandazioni.