Spettacoli

La spada di Braveheart? Veniva dal Friuli! Del Tin: "Io e Mel Gibson..." FOTO

di Mirko Crocoli

Oltre allo spadone venduto all’asta per 170.000 dollari, ha prodotto armi di scena per Kevin Costner, Harrison Ford, Steven Spielberg e tanti altri miti

Anche “Indiana Jones” di Ford e “Robin Hood” di Costner hanno usato le sue armi…

Quando si parla di Made in Italy e di nostro artigianato locale, ormai (purtroppo) sulla via del tramonto, impossibile non menzionare Fulvio Del Tin, friulano doc, di Maniago provincia di Pordenone, l’uomo che ha armato nientemeno che William Wallace sull’epico Braveheart, progetto di Mel Gibson che ha fatto incetta di Oscar. Fulvio si unì all’azienda del padre nel lontano 1970 e dai primi anni ‘90 la sua nuova piccola realtà denominata Del Tin Armi Antiche continua ad offrire una vasta gamma di riproduzioni di spade, daghe, pugnali, scuri, coltelli, elmi, scudi ed armature, tutto riconducibile al periodo che va dall’età del bronzo al diciassettesimo secolo. 

E’ l’incredibile storia di colui che ha analizzato, studiato e creato un gran numero di pezzi ispirandosi agli originali rigorosamente custoditi nei musei o nelle collezioni private di tutto il mondo. Il nobile obiettivo del maniaghese è quello di concepire con estrema perfezione riproduzioni di armi che, in qualità ed aspetto, debbono essere identiche a quelle di un tempo, partendo prima dall’esame iconografico per poi arrivare all’atto pratico, l’opera compiuta. I suoi lavori, esposti anche in prestigiosi musei quale il Royal Armouries Museum di Leeds, sono stati acquistati da “appassionati” europei, statunitensi e australiani. La maniacalità è il suo cruccio, il punto di forza, giacché come egli stesso tiene a puntualizzare “la personale attenzione sulla tempra delle lame è fatta con cura e precisione”. 

Da Harrison Ford a Kevin Costner: i clienti VIP dell'artigiano armaiolo

Molte le scuole, i gruppi e le associazioni presenti in varie parti del pianeta che praticano la scherma antica e che usano le sue spade, così come lunga e prestigiosa la lista (da Roma a Hollywood) dei lungometraggi passati agli annali del cinema che si sono avvalsi dell’equipaggiamento fornito (nell’arco di oltre mezzo secolo) dalla ditta di famiglia Del Tin: “Braveheart” con Mel Gibosn, “I Tre Moschettieri” della Walt Disney, “Il Mestiere delle Armi” di Ermanno Olmi, “Romeo e Giulietta” di Carlo Carlei, “Agadah” di Alberto Rondalli, “Io Don Giovanni” di Carlos Saura, “Caravaggio” per la regia di Angelo Longoni, “Il Primo Re” di Matteo Rovere, “Dracula” di Francis Ford Coppola, “Robin Hood” con Kevin Costner, “Indiana Jones” e l'ultima Crociata di Steven Spielberg e “The Decameron” di Dino De Laurentis.

Ma cerchiamo ora di capire meglio - e con l’ausilio del diretto interessato - in cosa consiste e come nasce questo suo particolarissimo mestiere intriso di passione e  soprattutto amore per il territorio.        
  
Fulvio Del Tin, ci racconta brevemente la sua storia?

"Maniago vanta una antica tradizione fabbrile e per questo nei secoli ha raggiunto una fama internazionale, in particolare per la produzione di coltelli e forbici. Pure mio padre Silvano era un coltellinaio e produceva stiletti assieme a Flavio, mio fratello maggiore prima di specializzarsi nella riproduzione di armi antiche. Potendo vedere da vicino il lavoro (nella piccola bottega accanto a casa) subito mi appassionai e già nel 1970 mi avviai a questo mestiere. Ricordo bene anche i lontani giorni quando ero all'inizio, mi sforzavo per imparare e con soddisfazione vedevo nascere dalla materia grezza oggetti di ottima qualità estetica, vari tipi di armi e armature quali spade, pugnali, armi in asta, scuri, mazza, scudi, armature ed elmi. A metà degli anni ‘80 ci fu un forte aumento delle esportazioni in Europa e verso gli USA, principalmente di spade e daghe, ciò favorì la diffusione dei nostri manufatti a livello mondiale. Ma anche commesse all’interno dei confini nazionali per gruppi storico. Giusto per fare un esempio, un lavoro importante alla fine degli anni ’70 fu quello per Siena con numerose armi, armature e accessori per tutte le contrade del palio".

Lavoro e passione insieme oppure solo mestiere tramandato nel corso delle generazioni?

"Il mio è un lavoro che è nato dalla passione e che ancora oggi mi trasporta in tutto quel che faccio. Certamente è anche una professione che si basa sulla oplologia. A me piace riprodurre  con cura e fedeltà  questi  oggetti del passato, spade, pugnali e altre armi,  in continuità con  il lavoro avviato da mio padre quasi 56 ani fa".
 
E’ stato lei dunque ad armare la mano di William Wallace e Indiana Jones?

"Tra le varie commesse che mi sono pervenute talvolta ci sono state anche quelle da produzioni cinematografiche o da ditte che lavorano per la forniture di armi, arredi e accessori per il cinema come attrezzisti e costumisti. Mi sono impegnato anche per alcuni film importanti che hanno ottenuto un considerevole successo come Braveheart, vincitore di premi Oscar. Poi anche altri come “I Tre Moschettieri”, “Il mestiere delle Armi”, “Romeo e Giulietta”, “Agadah”, “Io Don Giovanni”, “Caravaggio”, “Il primo Re”, “Dracula”, “Robin Hood”. Per questi lungometraggi ho ricevuto ordini direttamente dai produttori. Di frequente sono state utilizzate delle nostre riproduzioni per molte altre opere cinematografiche anche se non acquistate direttamente da noi ma noleggiate da rivenditori specializzati. Di conseguenza quando esce un film talvolta ci può essere la sorpresa di scoprire la presenza di armi di Del Tin, come è accaduto nel caso della spada del cavaliere nel film “Indiana Jones e l'ultima Crociata”".
 
Cosa esattamente le chiese Ermanno Olmi?

"Si trattava di una piccola fornitura di spade. Un giorno ricevetti una telefonata da Ermanno Olmi perché avevano bisogno di una serie di spade per un film. Non fu una richiesta di armi particolari o personalizzate ma scelsero quello che io già proponevo nel mio catalogo e che andavano a pennello per il contesto storico nel film, quindi mi fu inviato un elenco. Le produssi subito nel giro di due settimane. Sembra sia una consuetudine l’urgenza dei produttori cinematografici ed io cerco sempre di accontentarli rapidamente".
 
Sono tutte riproduzioni oppure c’è anche qualche pezzo inedito e/o originale?

"Per la realizzazione mi baso sullo studio dei pezzi esistenti, conservati in musei o collezioni. A volte mi capita di  prendere in esame anche l'iconografia dell'epoca per riprodurre quelli che nel tempo sono andati perduti o distrutti e non sono giunti sino a noi. La mia produzione di spade spazia in un ampio periodo storico, dall’età del bronzo fino al XVII Secolo. Tuttavia faccio solo quello che mi piace e non accetto  lavori che non mi soddisfano".

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