Spettacoli

Top Gear, Bastianich: “Che emozione provare la 'mia' Golf grigia anni 80”

Di Giordano Brega

“La macchina dei miei sogni? Ce ne sono diverse per occasioni diverse. Io sono molto appassionato di auto d’epoca, quelle italiane degli anni ’50 e ’60. Ma non solo. Anche la Ferrari, la Lamborghini Huracan…”. Parla ai microfoni di Affaritaliani.it Joe Bastianich alla viglia della partenza di Top Gear in versione italiana. In prima visione assoluta dal 22 marzo alle 21.10 su Sky Uno HD (e in simulcast su Sky Sport 1 HD), per sei puntate). Il grande pubblico del nostro Paese ha imparato ad apprezzare Bastianich soprattutto con Masterchef al fianco di Cracco, Barbieri e da quest’anno anche Cannavaciuolo.

Ora lo vedrà calato nel mondo delle auto, sua grande passione, assieme a Guido Meda (“LA” voce della MotoGp in Italia) e Davide Valsecchi (ex campione del mondo di Gp2). Un programma che mette nel menù test adrenalici su strada e sterrato, ma anche situazioni e gag divertenti. Accanto ai 3 ci sarà ovviamente l’immancabile presenza del leggendario Stig. E poi sono previsti ospiti d’eccezione: Claudia Capotondi, Alessandro Roja, Claudio Bisio, The Jackall, Cesare Cremonini.

Ma torniamo a Joe, le auto e un suo ricordo particolare: “Tutte le macchine danno un’emozione diversa a seconda del contesto in cui le usi. Ad esempio, mi hanno proposto una bellissima prova con la Wolkswagen Golf Gti grigia del 1986. Era la stessa che avevo io a quell’epoca. E’ stata una grande emozione”.

Se dovesse fare il viaggio on the road dei sogni in macchina dove andrebbe?
“Ne ho fatti tanti. C’è la strada che va da San Francisco a Los Angeles – la California State Route 1 - ed è bellissima da fare in auto. In puntata abbiamo fatto i passi delle Dolomiti andando verso l’Austria, la zona della Val Badia. Penso anche alla costa ligure… L’Italia è piena di posti dove fare dei viaggi molti belli in macchina”

Quali sono i suoi piloti preferiti in macchina e in moto?
“Negli States c’è l’italo-americano Mario Andretti che è anche istriano come me e la mia famiglia.  Lui ha scritto una grande storia nelle Indycars e poi è arrivato anche suo figlio Michael. Per non parlare di grandi driver nei circuiti Nascar, nomi che a voi in Italia dicono di meno. Quello delle moto invece è un mondo più nuovo, non esiste quella cultura in America. Io ho avuto la fortuna di conoscere Valentino Rossi tramite Masterchef, sono stato nel suo Ranch. Lui è un grande campione e la storia delle moto in Italia è davvero bella”.

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