Spettacoli

Venezia 76, Luca Bigazzi riceve il Premio Campari Passion for Film

ANDREA CIANFERONI

La consegna del premio domenica 1 settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema), in occasione della prima mondiale del suo nuovo lavoro, la serie The New Pope

La seconda edizione del Premio Campari Passion for Film, istituito lo scorso anno grazie alla collaborazione tra Biennale di Venezia e Campari è stato attribuito al direttore della fotografia Luca Bigazzi (La grande bellezza, Così ridevano, Pane e tulipani). Il  premio si propone di valorizzare l’importante contributo che i “tecnici” del cinema offrono al compimento del progetto artistico rappresentato da ciascun film. Solo occasionalmente, direttori della fotografia, montatori, compositori, scenografi e costumisti vedono adeguatamente riconosciuto il loro apporto, spesso determinante ai fini della qualità del risultato finale. Passion for Film premia a turno una di queste figure (l’anno scorso il premio era stato attribuito al montatore statunitense Bob Murawski), non semplici artigiani ma artisti e co-autori delle opere a cui offrono il contributo del loro insostituibile talento. La consegna del premio a Luca Bigazzi avrà luogo domenica 1 settembre alle ore 16.30 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della proiezione Fuori Concorso, in prima mondiale, del suo nuovo lavoro, la serie The New Pope diPaolo Sorrentino (episodi 2 e 7) con Jude Law, John Malkovich, Silvio Orlando, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, prodotta da Sky con Hbo, Canal+, realizzata da Wildside e distribuita nel mondo da Fremantle. Alberto Barbera, direttore della Mostra, elogia il grande lavoro svolto da Luca Bigazzi, che ha contribuito in maniera determinante al successo del cinema italiano nel mondo:  “Il cinema italiano, dalla seconda metà degli anni Ottanta a oggi, è legato in larga misura allo straordinario lavoro di Luca Bigazzi. Con un approccio personale e controcorrente, Bigazzi ha rivoluzionato il modo di intendere il lavoro del direttore della fotografia: poco tempo dedicato a posizionare le luci, utilizzo creativo e geniale delle sorgenti luminose naturali, da sempre incollato alla cinepresa per individuare la migliore inquadratura possibile e i più congeniali movimenti di macchina. Privo di qualsiasi atteggiamento reverenziale nei confronti del 35mm, al contrario è aperto alla sperimentazione più gioiosa delle inedite possibilità offerte dallo sviluppo della tecnologia di ripresa e di manipolazione dell’immagine. L’estrema versatilità, che gli consente di lavorare con registi molto diversi l’uno dall’altro - e apparentemente opposti al suo modo di intendere l’approccio al cinema (come nel caso del sorprendente sodalizio con Sorrentino) -, si coniuga perfettamente con le doti di velocità, precisione, sprezzo delle regole consolidate, predisposizione ad adattarsi a ogni tipo di budget, che lo hanno imposto su tutti come il miglior direttore della fotografia italiano degli ultimi trent’anni”. Per Lorenzo Sironi, Senior Marketing Director Campari Group, il premio rientra nel solco già delineato di una proficua collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica “Mantenendo come filo conduttore tutto ciò che nasce dalla passione, tema da sempre legato in modo indissolubile a Campari, il Premio è volto a valorizzare coloro che, accanto al regista, contribuiscono ogni giorno a rendere eccellente l’arte cinematografica.  In particolare, quest’anno abbiamo premiato una figura artistica cruciale, quella del direttore della fotografia, un vero e proprio maestro della luce che, attraverso le immagini, determina il linguaggio estetico di un film”.  Luca Bigazzi vanta una lunghissima carriera di successi nel mondo cinematografico italiano. È il professionista che detiene il record di vittorie del David di Donatello per il miglior direttore della fotografia con 7 statuette ed è anche il primo direttore della fotografia italiano ad essere stato candidato al Primetime Emmy Awards nella categoria Miglior fotografia per una miniserie o film per la serie televisiva The Young Pope di Paolo Sorrentino. Approda al cinema nel 1983 con Silvio Soldini, nel film Paesaggio con figure, presentato al Festival di Locarno. Sempre con Soldini vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per Pane e tulipani. Nel 1994 è chiamato da Gianni Amelio per Lamerica con cui vince un David di Donatello e un Nastro d'argento. Nel 1999 per Così ridevano di Gianni Amelio e L'albero delle pere di Francesca Archibugi vince l'Osella d'oro a Venezia. Collabora fra gli altri anche con Mario Martone, Giuseppe Piccioni,Ciprì e Maresco, Paolo Virzì, Daniele Luchetti, Abbas Kiarostami. Curerà in seguito la fotografia dei film di Paolo Sorrentino a partire da Le conseguenze dell'amore, con cui vince nel 2005 il Nastro d'argento, poi L'amico di famiglia(2006), Il divo (2008), This Must Be the Place (2011), con cui vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 2012, La grande bellezza, vincitore dell'Oscar come miglior film straniero nel 2014, Youth - La giovinezza, miglior film agli European Film Awards nel 2015, The Young Pope (2016), Loro (2018) e The New Pope (2019).