Esteri

Adesione Nato, Zelensky preme ma l'Ucraina ha poche speranze. Ecco perchè

di Daniele Trabucco e Filippo Borelli*

Il tema centrale del vertice Nato a Vilnius è l'adesione della Repubblica d'Ucraina nell'Alleanza, un iter non così semplice e celere: facciamo chiarezza

La prima fase è quella denominata “Intensified Dialogue”, ossia un negoziato preliminare nel quale vengono approfonditi i motivi per cui lo Stato ha richiesto l’adesione all’Alleanza Atlantica. La seconda fase è denominata “Membership action plan” (introdotto nel vertice NATO di Washington dell’aprile 1999) nel quale si verifica che il Paese richiedente soddisfi i requisiti necessari (politici, economici, legali e militari) per diventare candidato all’adesione quali - a titolo esemplificativo - un sistema politico democratico fondato sull’economia di mercato, il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, la predisposizione a risolvere pacificamente un conflitto, la volontà e capacità di partecipare alle operazioni della NATO dando il proprio contributo militare, etc...

Superate queste due prime fasi si giunge all’invito ufficiale di adesione (previamente ratificato dai Parlamenti di ciascun Stato membro) espresso all’unanimità degli Stati membri. Ad oggi un Paese di fatto belligerante - com’è l’attuale Ucraina - non avrebbe almeno uno dei requisiti (e forse anche altri) per aderire alla NATO….qualcuno lo faccia presente ai Capi di Governo presenti al vertice ed al Presidente della Repubblica d’Ucraina.

Del tutto assente, ovviamente, il tema della pace ma non è di certo fornendo continuamente armi che si può sperare di arrivare ad una soluzione pacifica. “Ci sono cose da non fare mai né di giorno né di notte né per mare né per terra: per esempio la guerra” (Gianni Rodari).

*Commento a cura di Daniele Trabucco, Professore universitario strutturato di Diritto Costituzionale, Diritto dell’Unione Europea e Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «san Domenico» di Roma/Campus universitario e di Alta formazione Unudolomiti di Belluno. Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato e Dottrina dello Stato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamuche «Erich Froom») e Filippo Borelli, avvocato del Foro di Verona.