Esteri
Almasri era in Europa dal 6 gennaio. Da Londra alla Germania senza controlli, poi...
Lo scontro tra l'Italia e la Corte dell'Aia su date e procedure
Caso Almasri, tutto quello che non torna sull'arresto e il rimpatrio
Il caso Almasri è ormai un intrigo internazionale, troppe cose non tornano sull'arresto tardivo e poi l'immediata scarcerazione con tanto di rimpatrio con un volo di Stato italiano del "torturatore" libico, accusato dalla Corte dell'Aia di "crimini contro l'umanità". Ma Almasri era in Europa da molto tempo, il generale a capo del terribile carcere di Mitiga a Tripoli si è fatto una lunga vacanza, iniziata il 6 gennaio e solo il 19 gennaio è scattato l'arresto. Ora tra l'Italia e la Corte dell'Aia - in base a quanto risulta a Il Corriere della Sera - sarebbe iniziato uno scontro anche sulle date e sulle procedure. Almasri, infatti, dal 6 al 19 gennaio, ha girovagato indisturbato per l’Europa, superando indenne due controlli di polizia, è stato prima a Londra e poi in Germania.
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Solo successivamente si è recato in Italia dove è stato arrestato. All’Aia - prosegue Il Corriere - sostengono di aver avuto notizia (presumibilmente dalla polizia tedesca) della presenza di Almasri in Germania solo il pomeriggio di venerdì 17 gennaio. E di aver riunito d’urgenza i giudici, la mattina seguente, per esaminare la richiesta d’arresto giacente dall’inizio di ottobre 2024, ed emettere subito il provvedimento di cattura. Inoltrato, sabato 18, all’Italia e altri cinque Paesi (Germania, Austria, Francia, Svizzera e Olanda) insieme alla richiesta di inserire l’"avviso rosso" nella banca dati dell’Interpol. Il problema è che il generale libico era approdato in Europa fin dal 6 gennaio, senza che nessuno — prima del 17 — avvisasse chi doveva trasformare le accuse a suo carico in un mandato d’arresto. Fino alla mancata risposta di Nordio ai magistrati di Roma. Che ha dato il via libera a rilascio ed espulsione a bordo di un aereo di Stato di Almasri.