Esteri

Ashley, la figlia di Biden: pazza gioventù e amore per il sociale. E Ivanka?

di Daniele Rosa

Scatenata in gioventù, ora un modello. Le differenze con Ivanka

Quando uno diventa Presidente degli Stati Uniti sa per certo che la sua vita privata diventerà immediatamente condivisa da 350 milioni di americani e che la sua famiglia, fino alla seconda generazione, verrà vivisezionata ripetutamente dai media a favore o contro. Mogli, figli e nipoti saranno radiografati e ogni loro azione potrà essere usata per attaccare o sostenere il Presidente.

Basti pensare a Barack Obama e alla moglie Michelle, diventata un’icona di bon ton e non solo per tante americane, o alle loro due figlie seguite per quattro anni in tutti i loro percorsi di studi. Nell’ultima Presidenza la first lady Melania è rimasta quasi sempre dietro le quinte come una bella sfinge irraggiungibile ai più, mentre la figlia Ivanka di 38 anni è spesso stata vista come una fin troppo intraprendente imprenditrice/politica smaniosa di arrivare al successo costi quel che costi. Se non ti accontenti di una casa di moda che fattura milioni, se non ti accontenti di un marito ricco quanto e più di te, se non ti basta avere papà Presidente degli Stati Uniti non puoi lamentarti se i più ti vedono e ti giudicano come un’arrivista o poco più.

Adesso il nome che uscirà alla ribalta sarà quello di Ashley Biden, la trentanovenne figlia del Presidente e della seconda moglie Jill. Una figura molto diversa da quella di Ivanka.

Nata nel 1981 a Wilmington nel Delaware, Ashley è da tempo impegnata in cause sociali. Un interesse sostenuto dal padre che le aveva sempre insegnato che ‘lo stare in silenzio è essere complici e che bisogna sempre uscire in difesa di chi viene trattato ingiustamente’.

In un paio di interviste la figlia di Biden ha detto che ‘da giovane, non potevo sopportare di essere derisa o presa in giro’. Questa attitudine all’aiuto verso gli altri ha guidato la sua carriera professionale.

Fino al 2012 ha lavorato nel Dipartimento dei servizi per i bambini, giovani e famiglie nel Delaware. Prima si è unita al Centro di Giustizia dello Stato che lottava per la riforma della pena di morte. Nell’ultimo anno ha lasciato tutto per unirsi alla campagna elettorale del padre.

Ma non ci sono stati soli momenti rosa. Da giovane è stata arrestata per possesso di Marijuana all’università e per consumo di alcool prima della maggiore età a 21 anni. Nel 2002 a Chicago è stata arrestata per ostruzione all’autorità insieme ad un gruppo di amici in festa. Tutto risolto con le scuse ufficiali di fronte al Giudice.

Al contrario di Ivanka Ashley non ha molta voglia di apparire in pubblico. Soltanto durante la campagna si è fatta vedere in alcuni incontri ufficiali come quello tenuto in Wisconsin ‘Women for Biden’ o la Convention Democratica Nazionale. Medesimo stile che la figlia di Biden tiene anche sui social. Contro i 7 milioni di follower di Ivanka, Ashley nel suo sito privato ne conta poco meno di 700.

Anche Ashley nel 2017 si è fatta affascinare dalla moda creando un suo proprio marchio Livelihood. Ma a differenza della figlia di Trump l’impresa ha un profilo sociale ben descritto nella pagina web che conferma di essere ‘una compagnia di vestiti informali con coscienza etica e sociale, creati per la gente comune e straordinaria’. Il 10% delle vendite di questi prodotti fatti in cotone organico è destinato ad organizzazioni benefiche del Delaware. Più volte Ashley ha ripetuto che i suoi lavori dovevano essere utili per la Comunità così ‘come mio padre ha fatto lavorando tutta la vita nel pubblico e mia madre come professoressa d’inglese’.

La donna è sposata con Howard Krein, chirurgo plastico e ufficiali medico della Fondazione Startup Health che ha l’obiettivo attraverso la rete di migliorare l’attenzione sanitaria in diverse aree.

Un genero che tutto ha meno che la voglia di fare politica o affari con il potente suocero.