Esteri

Austria, scoppia il caos politico. Ma almeno il cancelliere non sarà di estrema destra (per ora)

La crisi di Vienna, in corso da quasi cinque mesi, sembra destinata a prolungarsi...

di Francesco Crippa

Austria, scoppia il caos politico

L’Austria non avrà un cancelliere di estrema destra, almeno per il momento. Mercoledì 12 febbraio le trattative tra il partito Fpö e i Popolari (centrodestra) sono saltate a causa di uno scontro sulla spartizione dei ministeri. Ora la palla passa al presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, che dovrà decidere se indire nuove elezioni o se dare agli altri partiti un nuovo mandato per formare un governo di coalizione che riesca a reggersi senza Fpö.

La crisi politica di Vienna, in corso da quasi cinque mesi, sembra dunque destinata a prolungarsi. A fine settembre, alle elezioni ha vinto Fpö di Herbert Kickl con il 28,9%, seguito dai Popolari col 26,3% e dai Socialdemocratici col 21,1%. Inizialmente, dal momento che nessun partito si era detto disponibile a governare con i vincitori, il Capo dello Stato aveva incaricato il leader dei Popolari Karl Nehammer di trovare l’intesa vincente per un governo di colazione assieme a Socialisti e Neos, partito di centro.

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Tuttavia, era stata proprio la leader di Neos, Beate Meinl-Reisinger, a far naufragare i negoziati, perché in disaccordo sulle riforme fondamentali che si sarebbero dovute fare. Van der Bellen, dunque, ha dato mandato di formare il governo a Kickl, che sarebbe divenuto il primo cancelliere austriaco di estrema destra dai tempi della Seconda guerra mondiale.

Vicino alla Russia, con posizioni xenofobe, razziste ed euroscettiche, Fpö ha intavolato trattative con i Popolari. A impedire il successo del dialogo è stato il gioco delle poltrone. Pur di avere il controllo degli Interni e delle Finanze, Kickl sarebbe stato disposto a lasciare a Nehammer un numero maggiore di ministeri. Il leader dei Popolari, però, ha rispedito al mittente l’offerta, chiedendo proprio Interni e Finanze in cambio di Asilo e Migrazione.

“Sebbene avessimo fatto delle concessioni ai Popolari su molti punti, non sono stati disposti a scendere a compromessi decisivi. I Popolari erano preoccupati dei giochi di potere”, ha attaccato Kickl. “Noi, il Partito della libertà, eravamo [invece] preoccupati per la sicurezza, la prosperità e l'onestà”. Dal canto suo, il presidente dei Popolari Christian Stocker ha spiegato che il loro obiettivo era quello di garantire uno “Stato costituzionale difendibile” e, al tempo stesso, mantenere la cooperazione con i servizi segreti internazionali.

Lo scenario, ora, è incerto. Il fallimentare esito delle precedenti trattative potrebbe spingere il presidente della Repubblica a indire nuove elezioni. Tuttavia, Socialdemocratici, Verdi e Neos si sono detti disponibili per sedersi nuovamente al tavolo con i Popolari per trovare un accordo e formare un governo tagliando fuori l’estrema destra. Resta da capire la volontà di Nehammer, ma è probabile che un tentativo venga fatto.

Secondo l’ultimo sondaggio di Politico (4 febbraio), se gli austriaci andassero alle urne ora vedrebbero una nuova, schiacciante vittoria di Fpö. Il partito di Kickl, infatti, è dato al 35%, i Socialdemocratici al 21% e i Popolari al 19%, ben sette punti percentuali in meno rispetto alle elezioni di settembre che finirebbero tutti nella pancia dell’estrema destra. Proprio per questo, Kickl ora spinge per una nuova tornata elettorale.