Esteri
Biden al G7 ma pensa al debito. Corsa contro il tempo per evitare il default
Negoziati in fase di stallo. Il presidente Usa ci lavora anche da Hiroshima e anticipa il rientro
Crisi del debito negli Usa, si avvicina lo spettro default
I negoziati tra la Casa Bianca e i repubblicani per aumentare il tetto del debito pubblico ed evitare il default degli Usa a partire dal primo giugno sono fermi in attesa di trovare un accordo tra le parti. Ieri sera i principali negoziatori repubblicani sono usciti poco dopo la ripresa dei colloqui, affermando che non sono previsti ulteriori incontri per sabato e non si sono sbilanciati su eventuali riunioni domenica. Mancano meno di due settimane, dunque, al giorno in cui il governo federale potrebbe non essere più in grado di pagare tutti i suoi debiti. Uno scenario che potrebbe causare nuove turbolenze sui mercati finanziari e portare ad ulteriori aumenti dei tassi di interesse.
Nonostante lo stallo della trattativa il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, continua a dirsi ottimista sulla possibilità di trovare una soluzione sull'aumento del tetto del debito. "Credo ancora che riusciremo a evitare il default", ha dichiarato a margine dei lavori del G7 in corso a Hiroshima, in Giappone. La Casa Bianca ha riconosciuto che permangono "gravi differenze" con i repubblicani, che controllano la Camera dei Rappresentanti, mentre i democratici gestiscono il Senato con una maggioranza esigua.
Il presidente della Camera dei rappresentanti Kevin McCarthy ha affermato che è necessario compiere progressi per cambiare la "traiettoria" della spesa in deficit del governo e del debito, che è in rapido aumento. I repubblicani spingono per forti tagli alla spesa in cambio dell'aumento del limite di indebitamento imposto dal governo, mentre i democratici chiedono di mantenere la spesa stabile ai livelli di quest'anno. La Camera il mese scorso ha approvato un piano finanziario che taglierebbe la spesa pubblica dell'8% a partire dal prossimo anno. I democratici sostengono invece che imporrebbe dei tagli medi di almeno il 22% su programmi come l'istruzione e le forze dell'ordine.