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Esteri
Blinken a Pechino, prove di dialogo Usa-Cina. Ma la tensione resta altissima

Ma il clima tra le parti rimane tutt'altro che cordiale e le controversie hanno contribuito ad abbassare significativamente le aspettative di rilanciare tempestivamente i rapporti bilaterali tanto a Washington quanto a Pechino


Il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, ha iniziato questa mattina la visita di due giorni in Cina. Blinken, che ha gia' incontrato il ministro degli Esteri, Qin Gang, e' il primo segretario di Stato a recarsi nella capitale cinese da cinque anni a questa parte, in un momento in cui la tensione tra le due superpotenze per il primato in campo tecnologico e per l'influenza sull'Indo-Pacifico e' altissima. Pechino, il capo della diplomazia statunitense terra' probabilmente colloqui con il presidente Xi Jinping, con cui intende discutere dell'importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione per gestire "responsabilmente le relazioni" e di questioni di reciproco interesse sul piano regionale e globale. Il viaggio era stato comunque preceduto da un possibile segnale di distensione. Il colosso dei semiconduttori Micron ha infatti annunciato un investimento da 4,3 miliardi di yuan (603 milioni di dollari) per espandere la sua fabbrica a Xi'an, nonostante Pechino abbia proibito la vendita di alcuni suoi prodotti ritenuti rischiosi per la sicurezza nazionale.

Ma il clima tra le parti rimane tutt'altro che cordiale e le controversie hanno contribuito ad abbassare significativamente le aspettative di rilanciare tempestivamente i rapporti bilaterali tanto a Washington quanto a Pechino. Come riferito questa settimana dall'assistente del segretario di Stato per gli affari dell'Asia orientale e del Pacifico, Daniel Kritenbrink, Blinken andra' in Cina "con un approccio realistico" e "un sincero desiderio di gestire la competizione nel modo piu' responsabile possibile", ma gli Usa non si aspettano "svolte significative" nel rapporto bilaterale. I segnali da Pechino non sono piu' rassicuranti. Nella conferenza stampa di venerdi', il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha infatti chiarito che "gli Stati Uniti non dovrebbero credere di poter trattare con Pechino da una posizione di forza" e che "non puo' esserci comunicazione se i reciproci interessi vengono danneggiati".

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