Esteri

Bonus e incentivi per rinunciare a viaggiare durante il Capodanno in Cina

di Roberta Moncada

Tra paura del virus e un occhio alla produttività

Extra in busta paga fino ad ottomila yuan a testa, coupon per ristoranti, biglietti del cinema, e persino il diritto alla priorità per il vaccino contro il coronavirus. Sono solo alcuni, degli incentivi che amministrazioni locali ed aziende in Cina, stanno offrendo a residenti e lavoratori, nel tentativo di convincerli a non spostarsi per le celebrazioni del Capodanno cinese, previste quest’anno dall’11 al 17 febbraio.

Questo periodo, che tradizionalmente vede la maggior parte dei lavoratori provenienti dalle campagne, tornare nei propri villaggi di origine per stare con le famiglie, avrebbe fatto registrare quest’anno quasi 400 milioni di viaggi in treno nel periodo tra il 28 di gennaio e l’otto di marzo. Nelle ultime settimane, però, la recrudescenza del coronavirus ha costretto le autorità a prendere drastici provvedimenti e ripristinare un atteggiamento di cautela anticontagio.

Da inizio gennaio, infatti, la media giornaliera di nuovi positivi al Covid-19 è salita a qualche  centinaio di casi al giorno, facendo registrare a metà mese il primo decesso da Maggio. Dati che, per il governo cinese, sono già sufficienti ad entrare in allerta massima e in una sorta di modalità di guerra”.

Sono scattati quasi subito, quindi, il lockdown e lo stato di emergenza per 22 milioni di persone nelle province dello Heilongjiang e dello Hebei, dove si sono avuti i focolai più preoccupanti. Anche nel resto del Paese le misure di sicurezza sono state di molto intensificate, e le autorità hanno ufficialmente invitato i cittadini ad evitare viaggi “non strettamente necessari” durante il Capodanno, chiedendo a chi si dovesse recare nei propri villaggi di origine, di effettuare un tampone massimo sette giorni prima della partenza, e di rispettare una quarantena di 14 giorni.

L’obiettivo, è non ripetere quanto successo lo scorso anno, quando nonostante i primi segnali di allarme della pandemia, milioni di cittadini si erano già messi in viaggio, contribuendo in maniera massiccia alla diffusione del contagio.

Non soltanto tramite appelli generici, però.

In molte zone ad alta densità industriale e produttiva, le amministrazioni locali hanno fatto seguito agli appelli del Governo a limitare gli spostamenti della popolazione, con una certa inventiva e creatività. Proponendo cioè una serie di incentivi, non soltanto economici, per convincere i lavoratori fuori sede ad evitare di mettersi in viaggio durante le feste.

Ammontano a ben 11 milioni di yuan (circa 1 milione e 400 mila euro), ad esempio, i fondi stanziati a questo scopo dall’amministrazione di Haicang, distretto della città Xiamen, nella provincia del Fujian.

Il distretto è una vasta area industriale che conta circa 520,000 abitanti, di cui soltanto 190.000 residenti ufficiali, con stabilimenti che vanno dal petrolchimico all’alta tecnologia (circuiti integrati, biomedicina ecc…). Non esattamente una località di villeggiatura, quindi. Ma per “creare un’atmosfera festosa nella città” e stimolare i consumi, 1 milione di yuan dei fondi stanziati verrà destinato alla distribuzione di buoni per la ristorazione e per lo shopping da spendere negli esercizi commerciali locali. Il resto degli incentivi, verrà invece assegnato- tramite la mediazione dei sindacati, che in Cina sono molto legati alle politiche ufficiali del Partito- direttamente ai lavoratori che rimarranno in città, sottoforma di sussidi di diverse tipologie.

Anche le aziende vengono spesso coinvolte in questo sforzo istituzionale; in molti casi, promettendo vantaggi nei rapporti con gli enti pubblici.

È stata questa la strategia delle autorità distretto di Shunde, nel ricco ed industrializzato Guangdong. Qui, per incoraggiare le imprese ad implementare misure come ferie flessibili, o bonus in busta paga per i dipendenti che non partiranno, sono stati offerti punteggi aggiuntivi e premi nel “Social Credit System”, il sistema di crediti sociali usato dalla Pubblica Amministrazione per valutare i comportamenti delle aziende, e in base al quale vengono date agevolazioni di varia natura o, al contrario, applicate restrizioni e multe.

Tramite un’accorata lettera ad imprenditori e residenti, inoltre, l’amministrazione del distretto ha annunciato le “Otto misure per incoraggiare i cittadini a rimanere a Shunde per un capodanno in salute” che comprendono l’organizzazione di eventi ricreativi e culturali, ingressi liberi per le attrazioni turistiche, biglietti del cinema, e voucher per lo shopping. Tutti comodamente scaricabili dalla App ufficiale della federazione dei sindacati locali.

Quello che sorprende però, è che in molti casi le amministrazioni locali, oltre ad incentivare i lavoratori a rimanere in città, li spronano anche a rimanere al lavoro.

Come successo a Suzhou, ad esempio, dove oltre a sussidi da 500 RMB al giorno, per persona, a chi non partirà, il governo locale offre un ulteriore bonus da 100 yuan al giorno a chi sarà disponibile a lavorare durante i giorni di festa.

Segno che, oltre al dato epidemiologico, è anche quello della produzione, a preoccupare le autorità.

Soprattutto alla luce di quanto successo lo scorso anno, quando il virus ha costretto molti lavoratori a lunghe quarantene nei villaggi, paralizzando diverse fabbriche, e facendo crollare la produzione industriale per mesi.

Non a caso, aziende private e para-statali in tutto il Paese hanno molto supportato queste iniziative, spesso rilanciandole a loro volta con ulteriori benefit per i dipendenti.

L’esempio più significativo è forse quello delle aziende di Dongguan, importante centro produttivo del Guangdong che ospita migliaia di imprese in settori che vanno dal tessile all’elettronica.

Qui, a fronte di un incremento degli ordini e a una ripresa del mercato negli ultimi mesi, molte aziende elargiranno bonus fino ad 8 mila yuan per lavoratore, nella speranza di non interrompere la produzione.

Ma quanti lavoratori si lasceranno convincere a passare la festa più importante dell’anno al lavoro?

"Da noi, rimarranno quasi tutti”, ha dichiarato Zhang Yan, GM della Sinopatt, azienda leader nel campo dei semiconduttori, “E questo per due ragioni: la prima è l'epidemia, e la seconda è che sono consapevoli della ripresa del mercato".

Registrate molte adesioni anche alla Dongguan Xinnengde Technology, azienda di componentistica per tablet e cellulari, dove il 70% dei 13.000 dipendenti fuori sede ha già confermato la propria presenza per tutto il mese di febbraio. Dopo uno stop nei primi mesi del 2020 a causa della pandemia, l’azienda ha ripreso a pieno ritmo raggiungendo un utile di 7,5 miliardi di yuan, il 15% in più rispetto allo scorso anno. Questo, anche grazie al fatto che molti suoi competitor in Giappone, Sud-Corea ed India, alle prese con la lotta al virus, non erano in grado di soddisfare le richieste dei clienti.

Per far fronte agli ordini e non rischiare di trovarsi sotto organico, quindi, il management ha adesso implementato ulteriori incentivi che vanno dagli extra in busta paga, fino alle attività come giardinaggio, cinema e lezioni di cucina per i dipendenti.

Zhang Yin, un giovane dell'Henan entrato in azienda da pochi mesi, intervistato da un quotidiano locale, ha dichiarato che inizialmente non era sicuro di non tornare a casa per il nuovo anno, ma dopo averne discusso con sua moglie ha finalmente deciso di rimanere in azienda sia perché i nuovi focolai di coronavirus lo preoccupano, sia perché "gli incentivi aziendali sono davvero molto allettanti".

Ma non sono tutti così convinti.

Sulla piattaforma Weibo, hashtag come “Non tornare a casa se non è necessario” (#非必要不返乡#), “Capodanno senza spostarsi” (#就地过年#), sono diventate trend topic. Molti utenti si dicono dispiaciuti di non poter rivedere i propri familiari, pur capendo la situazione, altri ironizzano, e altri ancora si dicono contrari, in particolar modo per il fatto che non siano state date direttive unitarie, lasciando ai singoli lavoratori l’onere, e la responsabilità, della scelta.

Perplessità arrivano anche dal mondo accademico.

In un editoriale apparso sul Guangming Daily, il Professor Tang Daisheng della Beijing Jiaotong University, esprime il timore che l’iniziativa “Capodanno senza spostarsi” si possa trasformare in “Capodanno per fare gli straordinari”, sottolineando che governi locali e aziende, dovrebbero “Proteggere i diritti e gli interessi della classe operaia”, trovando un giusto equilibrio tra necessità produttive, e le legittime “esigenze di vita” dei lavoratori.