Caso Niger (e Tunisia): l'Italia sbertucciata dalla Francia
Salvini annuncia un nuovo protagonismo italiano in Europa.
La storia delle relazioni tra Francia e Italia non è stata mai così lineare come potrebbe apparire ad un’analisi superficiale con Parigi che ci chiama beffardamente “nazione sorella” e poi fa i cavoli suoi.
Dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale i vicini di Oltralpe hanno perseguito una politica estera ostile all’Italia tutte le volte che hanno potuto.
Per restare solo agli episodi più recenti basti pensare alla fine del regime di Tripoli guidato da Gheddafi da parte del presidente francese Sarkozy e per cui è stato recentemente arrestato proprio nel suo Paese. A parte i conti privati risolti -questa l’accusa- dall’ex presidente mediante il rovesciamento del governo libico, la Francia ha ottenuto un controllo sulla Libia scalzando l’influenza dell’Italia sulla sua ex colonia e questo perché proprio a causa delle cosiddette “primavere arabe” la Francia aveva perso la sua influenza sulla Tunisia.
La Libia interessava alla Francia per il suo gas a danno dell’Italia e dell’Eni.
È poi solo di qualche giorno fa la violazione della sovranità nazionale con lo sconfinamento dei gendarmi francesi a Bardonecchia, che ha sollevato un grande polverone diplomatico - istituzionale.
L’ultima in assoluto è invece di queste ore con il Niger che dice di no ai soldati italiani nella regione del Sahel, dopo averli richiesti e ricevuti. Il presidente Mahamadou Issoufou ha chiesto al governo italiano di rallentare le procedure di completamento dell’invio del contingente militare in terra africana che aveva il compito di rafforzare la capacità di controllo del territorio.
In Niger è già presente una coalizione con Germania e Stati Uniti.
Contemporaneamente è stato bloccato anche il contingente militare italiano per una missione Nato a Tunisi per il controllo delle frontiere e del terrorismo. In entrambi i casi si ritiene che dietro ai no ci sia Parigi preoccupata del protagonismo italiano.
Recentemente Matteo Salvini ha dichiarato che se andrà al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa; si riferiva ai problemi di superamento dei limiti dei parametri economici, ma sarebbe bene che la sua preoccupazione si estendesse anche al settore militare, dove l’Italia viene regolarmente sbertucciata dai francesi (e in verità anche da molti altri) e sarebbe ora di cominciare a riprenderci il nostro ruolo.