Esteri
Cina, sparito il mega banchiere Bao Fan: la stretta alle Big Tech continua
Il presidente di China Renaissance è la principale sponda finanziaria dei colossi privati. "Collabora su un'indagine". "No stava spostando i soldi a Singapore"
Il ruolo cruciale di Bao Fan per il successo delle Big Tech cinesi
Tuttavia, Bao ha detto di essere stato attratto da quelli che ha definito "imprenditori tecnologici di prima generazione". Negli anni ha sviluppato profonde cooperazioni con tutti i grandi imprenditori privati cinesi. Ma il 52enne è noto per aver mediato difficili casi di fusione e acquisizione, tra cui quello dei siti pubblicitari 58.com e Ganji, e quello di Didi e della sua allora principale rivale Kuaidi Dache.
La sua società ha fornito consulenza per le offerte pubbliche iniziali (IPO) delle aziende di e-commerce JD.com e Kuashou, oltre ad aver aiutato Didi con la sua quotazione alla Borsa di New York e il gigante cinese di Internet Baidu (BIDU) con le sue quotazioni secondarie a Hong Kong. Bao ha anche investito nei produttori di veicoli elettrici cinesi Nio (NIO) e Li Auto, due degli attori che stanno portando Pechino verso la leadership del settore davanti anche a Tesla di Elon Musk.
Il mistero sulla scomparsa di Bao Fan
Ma cosa è successo a Bao Fan? China Renaissance ha reso noto, in un documento di borsa, che il suo presidente sta attualmente collaborando con le autorità cinesi competenti che stanno conducendo un'indagine. È la prima volta che la banca boutique con sede nella Cina continentale fornisce una motivazione per la scomparsa del suo fondatore anche se non sono stati forniti dettagli sull'indagine.
Le versioni sono diverse. La Reuters ha riferito che le autorità hanno prelevato Bao all'inizio del mese per collaborare a un'indagine su un ex collega, Cong Lin, ex presidente dell'azienda. Una versione che preoccupa soprattutto i colossi tecnologici, perché potrebbe segnalare che la stretta non si è ancora esaurita. C'è chi, invece, propone una storia diversa, o magari complementare. Secondo il Financial Times, il banchiere si stava preparando a spostare parte della sua fortuna dalla Cina e da Hong Kong a Singapore nei mesi precedenti la sua scomparsa.
Negli scorsi mesi Bao Fan sarebbe stato impegnato nella creazione di un ufficio di famiglia nella città-stato per gestire il suo patrimonio personale. Un pensiero fatto da diversi multimiliardari cinesi, che tra pandemia di Covid-19, restrizioni e presenza capillare del governo stanno guardando con sempre maggiore interesse a Singapore, anche perché nel frattempo Hong Kong è stata almeno in parte "normalizzata", con l'erosione del suo ruolo di ponte tra Cina e occidente.
In questo caso, la vicenda darebbe qualche pensiero in più proprio al governo, costretto a osservare il tentativo dei suoi paperoni a stabilirsi altrove. In qualsiasi caso, la vicenda di Bao Fan crea qualche timore ai privati cinesi che speravano che la briglia tenuta in mano dal Partito potesse essere sciolta o quantomeno allentata.