Esteri

Cina. Pure i cinesi si sposano meno e soprattutto fanno meno figli

Daniele Rosa

Nella seconda economia al mondo le stesse preoccupazioni delle famiglie italiane

La Cina non è preoccupata della guerra commerciale (quasi finita, con Donald Trump), e nemmeno del suo PIL che  non cresce (+6,7%) da tre anni, ma dal fatto che nel 2019 sono nati soltanto 14,9 milioni di bambini,

Mezzo milione meno dell’anno precedente e un milione e mezzo meno nelle previsioni dell’anno in corso. Livelli mai visti fin dalla nascita, 70 anni fa, della Repubblica Popolare Cinese.

E il trend, nonostante l’eliminazione tre anni fa della legge sul figlio unico, continua senza una benché minima inversione di tendenza.

 

Il tasso di natalità cinese è di 10,48 ogni mille abitanti, più alto del vecchio Giappone (7,3 ogni mille), ma più basso di quello degli Stati Uniti (11,97) e soprattutto più basso della media mondiale (18,65) registrata tre anni fa.

Cina meno nascite e più senior. Governo corre ai ripari

I dati della ONE ( l’Ufficio Nazionale di Statistica) hanno creato preoccupazione nel paese che, è si il più popolato al mondo, ma anche quello che deve fare i conti con il più veloce ritmo di invecchiamento della sua popolazione.

I dati sulla seniority della popolazione cinese confermano appieno le preoccupazioni del Governo.

Nel 2010 solo l’8% della popolazione superava i 60 anni mentre le previsioni per il 2030 indicano un trend del 25% e nel 2050 intorno al 30%. Quasi 500 milioni di persone senior ( più o meno la popolazione di tutta Europa).

 

Da cosa è nata questa inversione di tendenza in uno dei Paesi un tempo più prolifici al mondo?

Principalmente da due fattori, il primo è l’aumento della speranza di vita, ora intorno ai 76 anni; secondo dalla legge del 1979 sul figlio unico, che ha bloccato la voglia e soprattutto la ‘convenienza’ di fare figli dei cinesi.

Cina meno nascite e più senior. Governo preoccupato

Ed allora di fronte a questi numeri il Governo ha cercato di correre ai ripari e ha fatto un deciso cambiamento di rotta, Ha cancellato, nel 2016, la legge sul figlio unico, in parte responsabile di tutto ciò, e ha fatto intendere di voler eliminare anche tutte le restrizioni verso il secondo o terzo figlio affinché le coppie possano d’ora in avanti proliferare come desiderano.

 

Il tentativo è di cambiare la attuale tendenza mettendo sul piatto vantaggi come deduzioni fiscali per il secondo figlio o possibilità di comprare, con qualche facilitazione, abitazioni più grandi in relazione al numero dei componenti della famiglia

 

Ma forse tutto questo non basterà perché il clima sociale è cambiato. E la freddezza verso la famiglia stabile e il desiderio di avere figli, attecchito da tempo in Europa, si è diffuso anche nel mondo cinese. I giovani stanno dimostrando più consuetudine con i divorzi e meno interesse per i matrimoni, che stanno diminuendo abbastanza decisamente.

 

In fondo, nella seconda economia del mondo, sono ancora molti i problemi irrisolti nella vita di tutti i giorni e i giovani sono preoccupati sia dall’alto numero di ore lavorate ( che rende difficile dedicare tempo alla crescita dei figli) e dai costi proibitivi della sanità e dell’educazione.

E quindi la parola d’ordine tra le coppie sembra sempre più essere ‘un figlio basta e avanza’.

 

‘Ad un solo figlio solo-sostengono in molti-si ha la possibilità di garantire un livello di studio accettabile e quindi un futuro migliore. Meglio concentrarsi su uno solo che fare inutili sacrifici per un secondo o un terzo’.

 

E se lo dicono i giovani di un’economia che, nonostante il rallentamento, è sempre in super crescita, non ci si deve certo stupire delle scelte verso la natalità piatta fatte, ad esempio, da un Paese come l’Italia che da anni vede il suo sviluppo economico praticamente inesistente.