Clima, dietrofront di Trump: niente stop
"Sono aperto all'accordo di Parigi"
Il presidente Usa Donald Trump, a differenza di quanto ha ripetutamente annunciato in campagna elettorale sull'intenzione di bocciare l'accordo sul riscaldamento globale firmato lo scorso dicembre a Parigi, si è dimostrato "aperto" a trovare un'intesa. A riferirlo è il New York Times, i cui vertici lo hanno intervistato al Nyt Building, la sede del quotidiano, mandando poi in diretta su Twitter l'intervista. Il tycoon si è detto "pronto a valutare tutte le possibilità" e di "star valutando da vicino la questione". Parlando delle colpe degli uomini per il riscaldamento globale ha affermato: "Credo ci siano delle connessioni. Alcune, in qualche caso. Dipende quanto".
Sulla nomina di Steve Bannon, esponente della destra nazionalista estrema, a suo consigliere alla Casa Bianca, Trump ha negato che sia razzista. "Se pensassi che fosse un razzista o della alt-right o di come possiamo chiamarlo, non avrei neppure pensato ad assumerlo" ha detto il miliardario. Quanto alle critiche che hanno accompagnato la nomina "penso sia molto duro per lui. Penso che sia un momento molto duro per lui, perchè lui non è così". Secondo Trump, "molti si sono schierati in sua difesa ora". Il miliardario ha definito Breitbart news, il sito che Bannon dirigeva prima di diventare capo della sua campagna per le presidenziali, "una pubblicazione come un'altra".
Quanto a un presunto conflitto di interessi tra gli affari del miliardario e la sua carica istituzionale, Trump ribatte: "La legge è completamente dalla mia parte, il presidente non può avere un conflitto d'interessi. In teoria, potrei dirigere perfettamente i miei affari e governare perfettamente il Paese. Non c'è mai stato un caso come questo", ha detto ancora Trump, affermando però che "la mia azienda è veramente non importante in relazione a quanto mi appresto a fare". Quanto alla possibilità di vendere le sue aziende, replica che "è una cosa molto difficile da fare, perché si tratta di immobili".
Il presidente ha detto di "sconfessare e condannare" la riunione del weekend a Washington nei quali alcuni suoi simpatizzanti di idee naziste hanno inneggiato al grido "Heil Trump".
Si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, rispondendo alla domanda sui leader repubblicani in Congresso, il senatore Mitch McConnell, che guida la maggioranza in senato, e lo speaker della Camera, Paul Ryan. "Ora mi amano. Quattro settimane fa, non mi amavano". I due leader, soprattutto Ryan, erano stati molto critici verso Trump in campagna elettorale.
Non nasconde i suoi progetti ambiziosi come risolvere il conflitto tra israeliani e palestinesi: "Mi piacerebbe essere colui che realizza la pace con gli israeliani e i palestinesi, sarebbe un grandissimo traguardo". Il presidente eletto ha anche suggerito che il genero Jared Kushner, marito della figlia Ivanka e figura chiave della sua vittoriosa campagna presidenziale, "potrebbe aiutare" il processo di pace in Medio Oriente.
Pensieri di pace anche nei confronti della ex rivale Hillary Clinton: "Non voglio far del male ai Clinton. Non lo voglio davvero", parlando della decisione di non riaprire l'inchiesta sulle email di Hillary Clinton e quella sulla Clinton Foundation. "Ne ha passate tante - ha detto dell'ex first lady - e ha sofferto molto in modi diversi". E riaprire le inchieste come promesso in campagna elettorale "non è qualcosa che mi preoccupa particolarmente".