Esteri
Con Jair Messias Bolsonaro il Brasile si mette nelle mani della destra estrema

Un terzo del nuovo Governo fatto da militari della riserva
Oggi, con l’elezione di Jair Messias Bolsonaro, il Brasile vedrà un cambio politico a 360 gradi.
Dopo 13 anni di un Governo di Centrosinistra guidato da Lula e Dilma Roussef e dopo una breve parentesi con Michel Temer, il Paese ha scelto di provare una direzione di Centrodestra facendo così una svolta davvero radicale.
Il Paese ha così seguito le orme di Stati Uniti, Italia, Ungheria e Israele.
Bolsonaro, nuovo presidente. Un uomo forte di destra
E già il 75% dei brasiliani sembra approvare le misure annunciate dal militare della riserva dalle idee chiare e spesso di ultradestra.
Bolosonaro è un politico forte che non ha mai nascosto una nostalgia per i tempi della dittatura militare.
Certamente l’elezione del nuovo presidente è stata favorita dalle denuncie di corruzione contro il Partito dei Lavoratori ( PT ) e dalla pesante crisi economica .
‘ Non sono il salvatore della patria- ha ripetuto più volte il nuovo presidente-ma il Brasile non può’ andare avanti stando attaccato al comunismo’.
E, coerentemente con questo credo, i rappresentanti di Venezuela, Nicaragua e Cuba non sono stati invitati alla cerimonia.
Bolsonaro nuovo presidente. Nostalgico della dittatura
La dittatura, che durò ben 21 anni, sembra così essere stata dimenticata dalla maggior parte dei brasiliani.
Il 30% dei 22 ministri del nuovo Governo sono militari ritirati e il vicepresidente un generale della riserva.
Altri Governi avevano avuto ex militari al Governo ma il presidente non era certo di ultradestra.
In ogni caso attorno a questo Governo c’è tanta speranza. Qualcosa di più della solita luna di miele che spetta per un certo lasso di tempo a tutti i nuovi arrivati.
La scommessa di molti opinionisti è quanto questa fase durerà.
Certo è che il nuovo presidente è stato fino ad ora coerente con il suo credo di politico antisinistra.
Il mandato di estradizione per il terrorista italiano Battisti è stato un chiaro esempio di questo suo ‘modus operandi’.
Ma non solo questo. Ha anche deciso di abbandonare l’accordo di Parigi contro il cambio climatico, di spostare l’Ambasciata brasiliana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme e persino di ritirarsi dal patto sui migranti dell’Onu firmato da 160 paesi.
Bolsonaro nuovo presidente. Preoccupazione in campo internazionale
Come Trump negli Stati Uniti e come molti Paesi europei, Italia compresa, Bolsonaro ha accresciuto smisuratamente il problema degli immigrati e questo ha aggiunto voti alla sua elezione.
Chiaro che le sue posizioni rigide, soprattutto in campo climatico, hanno portato sullo scenario internazionale molta preoccupazione.
Gli osservatori internazionali confidano però che molte delle promesse fatte dal nuovo presidente siano solo legate alla campagna politica e possano rimanere, nella realtà, solo sulla carta.
Adesso lo aspettano i fatti in un paese stremato da una lunga recessione economica e con una disoccupazione di oltre l’11%.
Far ripartire l’economia è una condizione non trattabile, pena la caduta di fiducia dei brasiliani.
Ma Bolsonaro non ha dubbi ‘ Il popolo mi ha eletto perché chiede meno Stato e più mercato’.
E quindi se l’economia crescerà Bolsonaro si sentirà più libero di non rispettare le regole di mercato.
Le opposizioni lo aspettano al varco e pure tutto il Paese che lo ha votato volendosi scrollare di dosso una sinistra corrotta e inconcludente.
Bolsonaro però non sembra essere l’uomo che vuole evitare le sfide. Fiducioso e deciso afferma di non volere un Paese diviso.
Una scommessa molto molto rischiosa.