Esteri
Coronavirus, economia, disoccupazione: i messaggi di Xi sulle sfide della Cina
Dopo Wuhan e Zhejiang, Xi Jinping ha visitato lo Shaanxi. Tre mete non casuali. E intanto si avvicina l'appuntamento con l'Assemblea nazionale del popolo
Liangjiahe è un piccolo villaggio sperduto nelle campagne della contea di Yanchuan, pochi chilometri a ovest del fiume Giallo (Huáng Hé), nella provincia cinese dello Shaanxi. O, quantomeno, era sperduto nel 1969, quando il giovane Xi Jinping vi arrivò durante la Rivoluzione Culturale. Permanenza durata sei anni e che, qualche decennio dopo, ha reso Liangjiahe una sorta di meta di pellegrinaggio.
Non è un caso che negli scorsi giorni, nella sua terza trasferta al di fuori da Pechino dopo l'inizio dell'epidemia da coronavirus, Xi sia tornato proprio nello Shaanxi. Il suo "tour d'ispezione" ha avuto come mete principali Xi'an, storica capitale e antico terminale della Via della Seta, e Ankang, città-prefettura in cui risiede oltre un migliaio di famiglie trasferite da aree a rischio di disastro geologico o colpite dalla povertà.
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Nello Shaanxi, il presidente cinese si è concentrato soprattutto sui temi dell'occupazione e della lotta alla povertà. Un tema fondamentale, visto che Pechino si è posta l'obiettivo dell'eliminazione della povertà assoluta, in modo da completare la transizione della Cina, destinata a diventare una "società moderatamente prospera" entro il 2021. I programmi rischiano però di subire una battuta d'arresto a causa della pandemia, che ha già fatto sprofondare il pil del 6,8 per cento nel primo trimestre. Ma Xi, durante i suoi numerosi incontri coi cittadini dello Shaanxi, ha garantito che i risultati saranno raggiunti nonostante il Covid-19. E ha parlato soprattutto di lavoro, occupazione e sicurezza alimentare, lasciando intravedere quelle aperture a un sistema di welfare più avanzato di cui si vedono i primi segnali in queste settimane.
Lo Shaanxi completa un ideale tris di visite e di messaggi simbolici, a uso e consumo non solo dei cittadini ma anche dell'élite politica del Partito comunista. Prima trasferta: Wuhan. Recandosi nella città epicentro originario dell'epidemia Xi voleva comunicare che (almeno per ora) il "demone" è sconfitto e la situazione sanitaria sotto controllo.
Seconda trasferta: Zhejiang, provincia ricca che ha fatto fare il salto di qualità a Xi con la sua lotta alla corruzione, nonché nucleo politico in cui ha costruito la sua "squadra" di fedelissimi. Una trasferta con tre tappe: Ningbo, grande porto con funzione importante per l'export, Hangzhou, la città di Alibaba, e Yucun, il piccolo villaggio sede di un celebre discorso nel 2005. Il messaggio in questo caso è doppio: "l'economia deve ripartire" (attraverso la Belt and Road e l'innovazione tecnologica) e "sono quello di prima". Con la stessa voglia di combattere la corruzione e con la stessa truppa di alleati al fianco.
La terza trasferta, quella nello Shaanxi, ha lo scopo di ribadire una sorta di ritorno (o di vicinanza) alle origini, garantendo la lotta contro disoccupazione e povertà. In sintesi, una sorta di tripla rassicurazione: sanitaria, economica, sociale.
Il tutto mentre domenica 26 aprile è iniziata la sessione del comitato permanente della 13esima Assemblea nazionale del popolo. Durante gli incontri, che vanno avanti fino al 29 aprile, ci si attende la delibera di varie proposte legislative. Tra le altre, quelle su biosicurezza, prevenzione delle epidemie animali, copyright, polizia armata del popolo e zona di libero scambio di Hainan.
Non solo. Verrà fissata anche la data della sessione annuale dell'Assemblea nazionale del popolo, che era stata rinviata a marzo a causa del coronavirus. Sarà (anche) in quell'occasione che si capirà qualcosa in più sulla direzione post Covid-19 della Cina. E di Xi Jinping.