Esteri

Coronavirus, nuovo focolaio a Harbin. E intanto il Missouri fa causa alla Cina

Il virus è stato riportato nella regione da una ragazza rientrata dagli Stati Uniti e ha infettato per ora quasi un centinaio di persone

Cina: nuovi casi di coronavirus

Il coronavirus non è ancora sconfitto, nemmeno in Cina. Harbin, capoluogo dell'Heilongjiang, la provincia più a nord del Paese, ha imposto il lockdown a tutti i propri residenti, bloccando gli ingressi e le uscite dal territorio, dopo che un nuovo focolaio di coronavirus si è riacceso nella regione.

La città conta una popolazione di quasi 6 milioni di abitanti, mentre nell'area metropolitana ce ne sono più di 10 milioni, equiparabile alla popolazione della Lombardia.

Come riferito dal Global Times, a dare il via al contagio è stata una studentessa di ritorno dagli Stati Uniti, che ha poi infettato alcuni suoi vicini di casa. Uno di loro, portato in ospedale per altre patologie, ha trasmesso il virus a due operatori sanitari. È così che il contagio si è propagato anche all’interno dell’ospedale, colpendo pazienti e famigliari in visita.

Le autorità hanno confermato, alla mezzanotte di martedì, la presenza di 52 infetti sintomatici e 23 asintomatici, ma le persone presenti nelle due strutture ospedaliere interessate erano più di 4000. Per questo, gli edifici sono stati posti sotto controllo e tutti i presenti messi in quarantena.

In tutta la regione sono stati istituiti posti di blocco per evitare che i residenti lascino le proprie città. Sono stati vietati assembramenti ed eventi di ogni tipo, anche matrimoni e funerali. Le poche persone autorizzate a spostarsi hanno l’obbligo di indossare la mascherina e di farsi misurare la temperatura corporea.

Chi verrà scoperto a mentire sulle proprie condizioni di salute sarà perseguito e le autorità stesse saranno ritenute responsabili se non riusciranno a contenere la diffusione del contagio. Misure che fanno tornare alla mente quelle prese a Wuhan all'inizio dell'epidemia.

I residenti di Harbin sono stati incoraggiati a denunciare coloro che, rientrati dall'estero o da altre parti della Cina colpite dall’epidemia, non abbiano rispettato la quarantena imposta dalle normative. Per le denunce che risulteranno fondate è prevista una ricompensa di 3.000 yuan.

Le farmacie locali, inoltre, sono autorizzate a registrare le informazioni personali dei clienti che acquistano medicinali per la febbre, sollievo dalla tosse o farmaci antivirali, inclusi carta d'identità, numeri di telefono e indirizzo, per poi riferire tutto alle autorità.

CORONAVIRUS: MISSOURI FA CAUSA ALLA CINA, PANDEMIA ERA EVITABILE

Lo Stato del Missouri ha fatto causa al governo cinese e al partito Comunista al potere per la pandemia di Covid-19. Secondo il procuratore generale, Eric Schmitt, la decisione di Pechino di "occultare le informazioni" sul nuovo coronavirus ha causato danni allo Stato. Inoltre la pandemia era "prevedibile" e la Cina non ha fatto abbastanza per evitarla. Schmitt ha evidenziato in particolare i danni economici causati dal coronavirus nello Stato americano, dove la disoccupazione è salita alle stelle. Secondo il procuratore, le autorità cinesi hanno messo a tacere le voci che hanno lanciato l'allarme sul contagio del virus da uomo a uomo. L'azione del Missouri si aggiunge alle altre cause private intentate negli Stati Uniti contro la Cina. L'emittente Abc ha riferito che tre cittadini di New York hanno denunciato l'Organizzazione mondiale della sanità, accusandola di collusione con la Cina e di aver nascosto la pandemia. 

LA REAZIONE DELLA CINA: "ASSURDO, SOLO CALUNNIE"

Pechino non ci sta: è "assurdo", fa sapere la diplomazia cinese stando ai media americani. Le accuse che arrivano dagli Stati Uniti secondo cui la Repubblica Popolare dovrebbe essere considerata responsabile per la pandemia sono "infondate e prive basi legali", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri del gigante asiatico, Geng Shuang, citato dalla cinese Cgtn. Accuse "calunniose", ha incalzato. "Secondo il principio dell'uguaglianza degli Stati - ha proseguito durante il consueto briefing con la stampa - le azioni intraprese dalle amministrazioni cinesi a tutti i livelli per quanto riguarda la prevenzione e il controllo dell'epidemia non sono di competenza dei tribunali americani".