Esteri
Covid-19, Bruxelles vuole riaprire i confini europei per l’estate
Pronto però il “freno di emergenza” per richiudere dove crescono i contagi
Cresce, anche se a macchia di leopardo, la vaccinazione in tutto il pianeta.
Con questo trend positivo la Commissione Europea pensa che sia giunto il momento di cominciare a riaprire le frontiere esterne dell'Unione europea.
Ovviamente il pensiero è verso le vacanze estive e sul far ripartire il mondo da quel drammatico momento del febbraio 2020 quando l’OMS lanciò il messaggio di pandemia e tutti i continenti chiusero i confini.
Bruxelles ha approvato ieri un progetto di raccomandazione agli Stati membri per cancellare le restrizioni sui viaggi non essenziali per le persone non vaccinate che vogliono viaggiare in Europa.
La decisione è stata presa tenendo conto dei più recenti pareri scientifici che dimostrano come l'immunizzazione sia determinante nello spezzare la catena di trasmissione.
La proposta dovrà essere approvata dal Consiglio europeo dei 27 Stati membri entro la fine di maggio, per entrare in vigore all'inizio di giugno.
Il provvedimento, che si muove in parallelo con il certificato verde digitale, ha l’obiettivo di abbattere i muri creati dal Coronavirus all'interno dell'UE e propone che i Paesi “tolgano la limitazione temporanea ai viaggi non essenziali verso l'UE per quanto riguarda i cittadini di paesi terzi che hanno ricevuto l'ultima dose di uno dei vaccini Covid-19 autorizzati nell'UE, almeno 14 giorni prima di entrare nella zona Schengen. Il regolamento, in ogni caso, mira anche a fare un ulteriore passo avanti nell'apertura, aprendo le frontiere ai viaggiatori provenienti da paesi terzi in cui è stata effettuata l'immunizzazione con una qualsiasi delle iniezioni che compaiono sulla lista dei casi di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità ( OMS). Tra loro non ci sono ancora il vaccino russo Sputnik V o il cinese Sinovac e Sinopharm.
Si cerca anche di riaprire i confini europei a quei paesi con un tasso di contagio inferiore a 100 casi per 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni, indipendentemente dal fatto che i turisti di quei territori siano immunizzati o meno.
Fino ad ora, le raccomandazioni sanitarie erano di chiudere l'accesso a quei paesi con più di 25 casi ogni 100.000 abitanti.
Al momento solo sette paesi possono essere aperti a viaggi non essenziali ma l’obiettivo è di raggiungere entro l’estate la “liberazione” ai viaggi di oltre 100 paesi.
Un portavoce europeo ha confermato che, al momento, solo Israele sarebbe "al sicuro", mentre il Regno Unito e Stati Uniti "non lo sarebbero ancora del tutto".
La nuova soglia epidemiologica continuerà ad essere abbinata ad altri criteri come il rapporto tra i test CRP per abitante e il rapporto di positività di questi test non esonera, al momento, ad eventuali quarantene o tamponi prima del viaggio.
Bruxelles ha assicurato che la nuova proposta segue il "principio di reciprocità” anche se non sarà facile né immediato raggiungere quella che viene definita una “convergenza graduale” nel riconoscere i vari certificati di vaccinazione.
La Commissione è comunque ancora preoccupata del rischio varianti e si tiene pronta ad attivare una frenata immediata a queste misure di apertura in casi di ricrescita dei contagi. In questo modo gli Stati membri potranno adottare misure urgenti e limitate nel tempo per reagire rapidamente. Insomma un liberi tutti ma con la spada di Damocle delle chiusure immediate dove ci saranno aree di nuovi contagi.