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Esteri
Covid, la Germania verso nuove restrizioni: così l'export italiano va giù

La Germania potrebbe rafforzare le misure restrittive anti-coronavirus prima di Natale, dopo che già la Baviera, che finora ha registrato il più alto numero di vittime, ha decretato lo stato di catastrofe e ha annunciato che imporrà un lockdown più severo da mercoledì fino al 5 gennaio. Il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, ha fatto capire di essere favorevoli a restrizioni più severe, spiegando che gli attuali numeri di infezione sono molto al di sotto delle aspettative del governo.

"Va detto che le nostre misure precedenti non sono sufficienti per spezzare davvero la seconda ondata di infezioni". Nelle prossime settimane sono necessarie consultazioni molto intense su come procedere. L'incidenza settimanale di infezioni continua ad aumentare e, sebbene la situazione delle nuove infezioni sembri stabilizzarsi, il bilancio delle vittime è allarmante, ha ricordato il primo ministro bavarese, Markus Soder, alla tv pubblica Zdf. Le restrizioni finora adottate "non bastano", ha aggiunto riferendosi alla chiusura dei ristoranti, delle attività culturali, della vita notturna, palestre e altre attività sportive in spazi chiusi.

La cancelliera Angela Merkel e i leader regionali hanno concordato nel loro ultimo incontro, mercoledì scorso, di estendere queste misure fino al 10 gennaio, anche se con qualche allentamento durante le vacanze di Natale per consentire le riunioni familiari. La data fissata per il prossimo incontro era stata fissata per il 4 gennaio, ma il leader bavarese ha fatto capire che potrebbe essere anticipato. Il ministro degli Esteri del Laender, Helge Braun, ha spiegato che se si potrà concordare un inasprimento delle misure prima di Natale, noi saremo lì".

Tutto questo porta ineludibilmente a un ulteriore inasprimento delle restrizioni. Un lockdown parziale e misure di distanziamento sociale hanno rallentato senza però interrompere la diffusione del virus. È probabile che le limitazioni ulteriori dell’attività economica possano avere un contraccolpo sull’export italiano in Germania, primo mercato di destinazione delle merci che escono dal nostro Paese (nel 2019 le esportazioni italiane verso Berlino hanno toccato quota 58,1 miliardi di euro, l'import invece 69,6 miliardi facendo della Germania il nostro primo partner commerciale), con effetti sulla produzione industriale di dicembre e del quarto trimestre, industria che già a novembre secondo quanto ha quantificato oggi il centro studi della Confindustria ha registrato un calo del 2,3%.

Alla luce di questo e di altri indicatori, per il quarto trimestre c'è da attendersi un contributo negativo dell'industria alla variazione congiunturale del Pil, che è atteso diminuire rispetto al terzo (quando è rimbalzato del 15,9%), soprattutto per il calo nei servizi, la cui attività è già stata fortemente compromessa dalle misure introdotte nelle ultime settimane per contrastare la crescita dei contagi.

Ciò che accade in Germania quindi, oggi più che mai, interessa e coinvolge direttamente l’Italia. Al momento, nonostante le critiche sull’impreparazione alla seconda ondata, l’Italia, grazie al “sistema a tre colori” adottato lo scorso ottobre, governa la curva epidemica con le infezioni in calo. È in questo solco (della prudenza per evitare la terza ondata) quindi che viaggeranno le misure restrittive di mobilità, che tanto hanno fatto discutere, durante i giorni festivi. A differenza di Berlino, dove il bollettino odierno dell'Istituto Robert Koch (RKI) ha registrato oggi contagi in crescita, a quota 12.332 nuovi casi e 147 morti, mille casi più del 30 novembre quando i decessi furono 125. 

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