Esteri

Donbass: ferro, manganese, titanio, uranio e... Perché fa gola a Putin

Il 42% del Pil ucraino arriva dalle attività minerarie

L’Ucraina è la più grande riserva in Europa di manganese


Il Centro di studi storici Zhistorica ha pubblicato sul suo sito una cartina dell’Ucraina del 1921, scovata nell’incredibile archivio digitale del collezionista americano di mappe David Rumsey. Osservandola si capisce subito perché il Donbass è così ambito dal presidente russo Vladimir Putin: le sue risorse minerarie e industriali dalla fine del XIX secolo hanno rappresentato un centro nevralgico per l’economia e industria zarista e poi sovietica.

Ma oggi - scrive Repubblica - c’è un motivo in più: il Donbass è una delle regioni dell’Ucraina più ricche non solo di carbone, gas e petrolio, oltre che di ferro, manganese, titanio e uranio, ma è anche l’area dove si trovano le maggiori riserve in Europa di metalli e terre rare, che sono alla base dell’industria del futuro, perché utilizzati nell’industria hi-tech e nella green economy. Metalli e terre rare sono indispensabili, ad esempio, per la produzione di convertitori catalitici, ma sono componenti che entrano anche in molti dispositivi tecnologici, come i magneti permanenti, le batterie ricaricabili, gli smartphone, le fotocamere digitali, le luci led, l’energia pulita e gli aerei da combattimento.

La Cina detiene oltre il 62% della produzione globale di metalli e terre rareeil 36,6% delle riserve mondiali, seguita dagli Usa con il 12,3%, il Myanmar con il 10,5% e l’Australia con il 10%, secondo i dati 2020, gli ultimi disponibili, dello US Geological Survey. Il processo per estrarre e rifinire questi minerali richiede alta intensità di manodopera e genera forte inquinamento, perché si trovano spesso con sostanze radioattive.

L’Ucraina, pur essendo uno dei Paesi al mondo più ricchi di risorse minerarie, non le ha ancora sfruttate appieno. Complessivamente in Ucraina, che ricava il 42% del Pil dalle risorse minerarie, sono censiti 20 mila depositi e siti minerari, che comprendono 97 tipi di minerali. Più di 8 mila depositi sono stati testati e quasi la metà sono attualmente in fase di estrazione. Per un valore stimato complessivamente in 7,5 trilioni di dollari. L’Ucraina è la più grande riserva in Europa di manganese, con 2,26 miliardi di tonnellate, localizzate soprattutto nel bacino del Dnipro. Possiede oltre 30 miliardi di tonnellate di ferro, pari al 6% delle riserve mondiali.

Degli 88 giacimenti in tutto il Paese, la maggior parte sono nel Donbass: a Kremenchuk, Kerch, Mariupol, Belozersky e Kryvyi Rih. Il Paese slavo ha poi la più grande riserva d’Europa di manganese (550 mila tonnellate nel 2020). È al primo posto in Europa per le riserve di titanio: nell’ex Unione sovietica era lo Stato con il monopolio per la produzione di titanio concentrato e oggi rappresenta il 20% del mercato globale. Idem per i depositi di uranio: non a caso qui sono state costruite le maggiori centrali nucleari.

L’Ucraina - si legge sempre sull'articolo di Repubblica - detiene inoltre il 20% delle risorse mondiali di grafiteeil primato mondiale del caolino, un’argilla usata nell’edilizia, in agricoltura e nella cosmesi, con il 18% delle riserve globali. Poi ci sono i combustibili fossili: nelle miniere del Donbass, soprattutto nella zona di Donetsk e nel bacino del Dnipro, sono custodite oltre 100 miliardi di tonnellate di carbone. In questa regione si trovano giacimenti per 135 milioni di tonnellate di petrolio e 1,1 trilioni di metri cubi di riserve di gas naturale. Ma il vero tesoro sono i metalli e le terre rare, che includono tra gli altri berillio, litio, tantalio, niobio, neon, zirconio. È una ricchezza ancora da sfruttare, promette un vantaggio competitivo nell’economia del futuro. Per questo è ambita dallo zar di Mosca.

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