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Ecuador, guerra con i rivali del Chapo. Sangue, cocaina e fiumi di denaro

di Redazione Esteri

Il premier Naboa si affida all'Esercito e ordina 60 giorni di emergenza nazionale. Il Paese rischia di finire nelle mani dei narcos, situazione fuori controllo

Ecuador, in corso un colpo di stato: i narcos si stanno prendendo il Paese

In Ecuador è in corso un vero e proprio colpo di stato. Due potentissimi cartelli della droga si fronteggiano e terrorizzano il Paese. Il premier Noboa, eletto da meno di due mesi, ha parlato così alla nazione: "Una guerra è ormai in corso, ho chiesto l'intervento dell'Esercito". Irruzione in diretta tv di uomini armati a volto coperto, disordini, attacchi a ospedali, auto in transito per strada, irruzioni nei negozi e quattro agenti rapiti. In tutto dieci le vittime. L’Ecuador - si legge su Il Fatto Quotidiano - sprofonda nel caos con l’inarrestabile ascesa di ben 21 gruppi criminali che hanno costretto il neo presidente Daniel Noboa, 36 anni, il più giovane della storia del Paese, a decretare "il conflitto armato interno" a integrazione dello Stato di emergenza per 60 giorni annunciato nei giorni scorsi. Una settimana di ondate di violenza più forti che il Paese abbia mai affrontato, iniziate con la fuga dal carcere di Adolfo “Fitò Macías”, leader dei Los Choneros, la più grande banda di narcotrafficanti del Paese, legata al potente cartello messicano di Jalisco nuova generazione (Cjng), i rivali del cartello messicano del Chapo.

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L’apice - prosegue Il Fatto - si è raggiunto ieri quando quando 13 persone sono entrate negli studi della rete pubblica Tc Television nella città portuale di Guayaquil. Nelle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, i dipendenti dell’emittente erano sdraiati sul pavimento mentre la banda puntava loro contro i fucili con la tv che continuava a trasmettere per 15 minuti. La polizia ha arrestato 13 persone che avevano avuto a che fare con l’assalto: l’accusa è terrorismo. Ma l’allerta è alta in tutto il Sudamerica. Il Perù ha decretato l’invio immediato di un contingente delle forze speciali alla frontiera e gli Stati Uniti hanno espresso "profonda preoccupazione" per quanto sta accadendo dicendosi "pronti a fornire assistenza al governo ecuadoriano".

L’instabilità politica ed economica degli ultimi anni ha trasformato l’Ecuador, un tempo diamante grezzo dell’America Latina, nel Paese più violento. Dopo la decapitazione di 79 detenuti il 23 febbraio 2021, il 2023 si è chiuso con 7.600 morti violente, per un tasso di oltre 40 omicidi ogni 100.000 abitanti. Sangue, cocaina e fiumi di denaro, ecco cosa c'è dietro a questa guerra. Nel 2018 il Paese era ancora fuori dall’orbita dei cartelli. Poi la fine della supremazia dei gruppi colombiani e l’ascesa di quelli messicani ha cambiato il quadro.