Politica
Meloni non molla: vuole Sardegna e Veneto. Caos Cdx. A rischio il governo
Regionali, Meloni tira dritto ma la Lega non intende cedere. Salvini: "Spieghino il no a Solinas. Non voglio compensazioni"
Centrosinistra pronto a ri-compattarsi, almeno in Sardegna, approfittando delle divisioni del Centrodestra
Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario all'Attuazione del Programma e braccio destro di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, è stato chiarissimo: "La grande forza del Centrodestra è sempre stato il rispetto della volontà e del sentimento popolare, questo vuol dire anche cercare il più possibile di tenere conto dei rapporti di forza tra i partiti del Centrodestra, anche nella scelta dei candidati alle elezioni amministrative e Regionali".
E fonti di Fratelli d'Italia ai massimi livelli e che stanno seguendo da vicino il dossier delle candidature alle elezioni regionali spiegano ad Affaritaliani.it che la presidente del Consiglio "è decisa ad andare avanti. Nessun passo indietro, in particolare sulla Sardegna". Traduzione: Paolo Truzzu, fedelissimo di Giovanni Donzelli, non si tocca. Sarà lui il candidato alla presidenza della regione alle elezioni del 25 febbraio.
Ma la Lega non ci sta. Anche questa mattina fonti del Carroccio molto vicine al vicepremier Matteo Salvini spiegano che la posizione resta la riconferma della candidatura del presidente uscente, Christian Solinas. Ma FdI vuole contare di più perché i rapporti di forza ormai son molto diversi rispetto a 4 o 5 anni fa. E così si va allo scontro. Addirittura qualcuno afferma che non potrebbe nemmeno tenersi il vertice tra i leader per cercare una soluzione. Lunedì la Lega riunisce il Consiglio federale e resta ferma sulla Solinas. Ma Meloni tira dritto.
Poi nel tardo pomeriggio le parole del vicepremier leghista: "La cosa più semplice sarebbe, in Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Piemonte, Umbria, le regioni che vanno al voto, ricandidare gli uscenti visto che hanno tutti ben lavorato. Se qualcuno dice che non vuole candidare Tizio o Caio mi deve spiegare perché e dove ha sbagliato". E ancora Salvini: "Non mi interessano le compensazioni" rispondendo a chi gli chiede di un piano B in caso di mancata candidatura di Christian Solinas alla presidenza della Regione Sardegna.
Forza Italia non si schiera, Antonio Tajani, al quale Affaritaliani.it ha chiesto più volte di esprimersi sulle Regionali, tace. Ovvio il motivo: se salta il Centrodestra in Sardegna salta dappertutto, anche e soprattutto in Basilicata e in Piemonte dove i presidenti uscenti sono azzurri. E Forza Italia è proprio quella che rischia di perderci di più da questa lite nel Centrodestra. Vito Bardi e Alberto Cirio ora sono a rischio.
Ma non finisce qui. Meloni vuole assolutamente la guida del Veneto, che va al voto nel 2025. E se la Lega non accetta Truzzu in Sardegna, e quasi sicuramente Salvini non lo farà, Fratelli d'Italia si opporrà alla legge che introduce il terzo mandato per i Governatori, come vuole il Carroccio per consentire a Zaia di ricandidarsi il prossimo anno. Niente da fare. La premier ha già in mente il candidato per il Veneto: il senatore e coordinatore regionale Luca De Carlo che ha già spiegato alla stampa locale che "se Zaia non potrà più candidarsi è ovvio che la regione spetti al primo partito d'Italia e della coalizione". Cioè Fratelli d'Italia.
Ma anche in questo caso la Lega non molla e al Veneto tiene particolarmente. In più c'è anche l'Umbria a fine anno, attualmente governata dalla leghista Donatella Tesei. Un risiko a cascata che rischia di crollare e di portare effetti devastanti per il Centrodestra, sia sul piano elettorale sia su quello della tenuta del governo. Tornando infine alla Sardegna, fonti del Pd spiegano che se il Centrodestra si spacca (con Truzzu e Solinas entrambi in campo) Renato Soru potrebbe ritirarsi per andare uniti su Alessandra Todde (M5S) che ha avuto il sostegno di Elly Schlein sentendo la vittoria vicina con l'implosione della maggioranza di governo.