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Egitto, Zaky torturato con elettroshock. Cairo:"Non è italiano, era ricercato"

Il racconto di un'ong egiziana sull'arresto di Patrick George Zaki, studente al master Gemma a Bologna

Egitto: governo Cairo, Zaki non e' italiano ed era ricercato

Il ministero dell'Interno egiziano ha confermato la notizia dell'arresto del giovane ricercatore, Patrick George Zaki, studente al master Gemma dell'Universita' di Bologna, fermato appena atterrato al Cairo, precisando che non si tratta di un cittadino italiano. "Non corrisponde al vero quanto circolato sui social circa l'arresto di un italiano chiamato Patrick. La persona in questione e' di nazionalita' egiziana e il suo nome completo e' Patrick George Michel Zaki Soleyman ed e' stato fermato in esecuzione di un mandato di cattura emesso dalla procura generale", ha precisato il ministero in un tweet. "E' stato portato davanti alla procura che ha deciso il suo fermo per 15 giorni in attesa delle indagini", ha aggiunto.

Egitto, la denuncia dell'ong: "Zaky torturato"

L'attivista egiziano Patrick George Zaki, studente al master Gemma dell'Universita' di Bologna, e arrestato dalle autorita' egiziane, e' stato "picchiato, sottoposto a scosse elettriche, minacciato e interrogato": e' la denuncia della ong egiziana Egyptian Initiative for Personal Rights. Secondo l'ong, il giovane e' stato interrogato "su varie questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo".

Nel comunicato pubblicato sul sito web dell'ong per cui Patrick George Zaki lavora, si raccontano le ultime ore del giovane che e' stato fermato venerdi' mattima all'aeroporto del Cairo al suo rientro dall'Italia. "Patrick, che studia per un diploma post-laurea a Bologna, rientrava in Egitto per un breve soggiorno presso la famiglia quando e' stato preso in custodia dalle forze di sicurezza della National Security Investigations (Nsi) all'aeroporto del Cairo ed e' scomparso per le successive 24 ore". E' stato tenuto "brevemente in aeroporto, poi trasferito in una qualche struttura della Nsi prima di essere trasferito negli uffici Nsi nella sua citta' natale, Mansoura, circa 120 chilometri a nord-est del Cairo. Durante queste 24 ore, secondo i suoi avvocati che lo hanno incontrato oggi presso la Procura della Repubblica di Mansoura, e' stato picchiato, sottoposto a scosse elettriche, minacciato e interrogato su varie questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo".

"Stamane -prosegue il racconto- Patrick e' apparso davanti a un pubblico ministero a Mansoura, dove i pubblici ministeri hanno cominciato a interrogarlo nel tardo pomeriggio. Secondo i suoi avvocati, gli e' stato presentato un rapporto della polizia che afferma falsamente che e' stato arrestato ad un posto di blocco nella sua citta' natale, in virtu' di un mandato emesso nel settembre 2019. Patrick ha lasciato il Paese nell'agosto 2019 per iniziare i suoi studi, e questo e' il suo primo rientro da quella data. Finora nel corso dell'interrogatorio, i pubblici ministeri hanno presentato un elenco di accuse contro Patrick che includono: la pubblicazione di voci e false notizie che puntano a disturbare la pace sociale e a seminare il caos; istigazione alla protesta senza il permesso delle autorita' competenti allo scopo di minare l'autorita' statale; chiedere il rovesciamento dello Stato; gestire un account di social media che ha lo scopo di minare l'ordine sociale e la sicurezza pubblica; istigazione a commettere violenze e crimini terroristici". L'ong Eipr chiede l'immediata liberazione di Patrick George Zaki e "la fine delle continue vessazioni e detenzioni arbitrarie di attivisti dei diritti umani, rappresentanti della societa' civile e giornalisti. Dall'ottobre 2019, sei uomini di Eipr sono stati temporaneamente arrestati e interrogati, in un caso anche per un periodo di due giorni, nell'ambito di operazioni di arresto e ricerca arbitrarie e completamente illegali che apparentemente prendono di mira individui percepiti in qualche modo come politicamente scomodi".