Esteri

Elezioni 2023: Spagna, Nigeria, Polonia e... Dove si vota nel mondo

In Europa sfida a Madrid e a Varsavia, mentre Sanna Marin cerca la conferma in Finlandia. Appuntamenti cruciali anche in Africa e in Asia

Elezioni Africa 2023: voto cruciale in Nigeria, test importante anche in Congo

Saranno come al solito diversi i paesi africani che si recheranno alle urne nel 2023, in un continente sempre denso di sfide elettorali spesso portatrici di forti tensioni politiche e talvolta anche etniche. Il voto più atteso è senza dubbio quello della Nigeria, il paese più grande del continente e che tutti i dati vedono come uno di quelli più in crescita nel prossimo futuro tra fattori economici e demografici. Il voto si svolgerà il prossimo 25 febbraio per eleggere il Presidente, il Vicepresidente e i membri del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Il presidente in carica Muhammadu Buhari non è eleggibile. La sfida sarà tra Bola Tinubu e Peter Obi.

Altro voto molto atteso quello nella Repubblica Democratica del Congo, un paese chiave per le risorse naturali e le terre rare, in particolare il cobalto utile alla produzione di auto elettriche e veicoli a guida autonoma. Le elezioni generali sono in programma per il 20 dicembre. Si terranno contemporaneamente le elezioni per il Presidente, i 500 membri dell'Assemblea nazionale, i membri eletti delle 26 assemblee provinciali e, per la prima volta in base alla nuova Costituzione, i membri di circa 300 consigli comunali.

Nel mezzo tra i voti in Nigeria e in Repubblica Democratica del Congo diversi altri paesi africani andranno alle urne: Guinea-Bissau, Sierra Leone, Liberia (dove il leader è l'ex campione del Milan George Weah), Gabon e Zimbabwe.

Elezioni 2023 in Asia: Hun Sen, regno infinito in Cambogia. Possibili tensioni in Thailandia

In Asia sarà un anno di transizione tra lo storico XX Congresso del Partito comunista cinese che ha incoronato per la terza volta Xi Jinping segretario generale nell'ottobre del 2022 e le cruciali elezioni presidenziali taiwanesi del gennaio 2024 che potrebbero decidere le sorti tra guerra e pace sullo Stretto nel futuro prossimo. Alle urne andrà soprattutto il Sud-Est asiatico. Si parte con la Thailandia, seconda economia della regione, che va al voto il prossimo 7 maggio. Alla fine del 2022 si è verificata la spaccatura del partito Palang Pracharath al potere tra Prayuth e il suo stretto collaboratore Prawit Wongsuwan, dopo che quest'ultimo ha mostrato un accomodamento verso il principale partito di opposizione Pheu Thai. Prayut avrebbe dovuto aderire al nuovo United Thai Nation Party insieme ai suoi fedelissimi del Palang Pracharath Party. Il 23 dicembre, Prayut ha annunciato la sua intenzione di chiedere l'adesione allo United Thai Nation Party, oltre a diventare l'unico candidato premier del partito. Ma attenzione all'opposizione che potrebbe sfruttare il clima mai sopito di tensione contro i militari e la monarchia di Bangkok.

Il 23 luglio tocca invece alla Cambogia. In questo caso i risultati sono di fatto già scontati. Il regno di Hun Sen, già durato 37 anni, proseguirà. La vittoria del Partito Popolare Cambogiano è scontata e il primo ministro dovrebbe essere ancora una volta lui. Per altri cinque anni. Negli scorsi anni sono iniziate le voci sul cambio della guardia, ma il 43esimo Congresso del partito ha stabilito che il candidato per il 2023 sarà ancora Hun Sen. Ma non è ancora chiaro se e quando comincerà la transizione di potere. Anche perché si prevede che la poltrona da Primo Ministro verrà ceduta nientemeno che a suo figlio Hun Manet. Segnale che il leader non mollerà del tutto la presa nemmeno quando lascerà la guida del governo.

Previste per agosto anche le elezioni generali in Myanmar, dove dopo il golpe militare ci sono molte perplessità (per usare un eufemismo) sulla bontà della tornata elettorale, a maggior ragione dopo la condanna dell'ex leader estromessa Aung San Suu Kyi a un totale di 33 anni di carcere. Il tutto mentre iàl Myanmar è ancora sconvolto dalla guerra civile.

Elezioni 2023 Americhe: fari sulla sfida in Argentina

Il 2023 sarà un anno di passaggio anche nelle Americhe. Negli Stati Uniti si faranno le prime mosse verso le primarie del 2024, mentre in Sudamerica si andrà al voto in Paraguay e soprattutto in Argentina. La tornata elettorale è in programma il 29 ottobre e si eleggeranno il presidente, i membri del congresso nazionale e i governatori della maggior parte delle province. Il presidente in carica Alberto Fernández è eleggibile per un secondo mandato, anche se i recenti guai della ex presidente e oggi vice Christina Kirchner-Fernandez potrebbero rappresentare un ostacolo alle sue ambizioni.