Esteri

Elezioni in Iran, conservatori sconfitti

Gli alleati riformisti di Hassan Rohani hanno conquistato tutti i trenta seggi parlamentari di Teheran, consegnando al presidente moderato una grandissima affermazione nelle elezioni considerate cruciali per il futuro del suo governo.
La Lista della Speranza, una coalizione di moderati e riformisti favorevole a Rohani, sembra ormai certa di sbaragliare la concorrenza dei rivali conservatori nella capitale, dove è stato scrutinato il 90 per cento delle schede dopo il voto di venerdì.
Il "cappotto" è stato un grandissimo risultato per il presidente e soprattutto mette nero su bianco l'approvazione dell'opinione pubblica a Teheran sullo storico accordo sul programma nucleare con le potenze occidentali, che lo scorso anno ha messo fine a un braccio di ferro durato tredici anni. La festa è stata completa, per Rohani e i suoi, quando la televisione di stato ha annunciato che il capolista dei conservatori, l'ex presidente del parlamento Gholam-Ali Hadad Adel, si è piazzato al 31esimo posto e ha dunque perso il suo seggio.
Il plebiscito a Teheran è arrivato dopo risultati contrastanti per i sostenitori del presidente nelle province, nelle prime elezioni convocate dalla revoca delle sanzioni lo scorso mese ai sensi dell'accordo sul nucleare. Anche i risultati preliminari delle seconda votazione che ha avuto luogo venerdì, per l'influente Assemblea degli Esperti, che monitora il lavoro del supremo leader iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei, sembrano favorevoli a Rohani. Se i numeri di Teheran fossero confermati, si tratterebbe di un incredibile recupero dei riformisti, a lungo ai margini dopo la contestata rielezione nel 2009 del presidente Mahmoud Ahmadinejad, seguita da sanguinose proteste di piazza.
Il presidente ha unito le forze con i riformisti per cercare di allenatre la morsa sul parlamento dei conservatori e spianare la strada all'approvazione di riforme politiche e sociali. Il capo della coalizione filo-Rohani, Mohammad Reza Aref, ex vice presidente, ha ottenuto il primo posto nelle elezioni a Teheran, con 1.323.643 preferenze. Ali Motahari, parlamentare conservatore senza peli sulla lingua che ha cambiato casacca e si è schierato con Aref, si è classificato secondo con 1.185.398 preferenze.
Fuori Teheran, dove finora sono stati assegnati 108 seggi su 260, 33 sono andati alla principale lista dei conservatori, 24 alla Lista della Speranza. Altri ventotto seggi sono stati assegnati a indipendenti: di questi tredici più vicini ai conservatori e undici ai riformisti, con quattro seggi senza una chiara affiliazione.
Nessuno dei restanti 23 ha avuto un netto vincitore e questo renderà necessario un secondo turno di voto, previsto tra aprile e maggio. L'affluenza alle elezioni è stata solida al 60 per cento, ma leggermente inferiore al 64 per cento del 2012. I conservatori hanno inoltre subito un duro colpo nell'elezione dell'Assemblea degli Esperti, un gruppo di 88 clerics che sceglierebbe il successore di Khamenei se l'ayatollah morisse prima dei prossimi otto anni. Due dei tre ayatollah che la lista pro-Rouhani aveva invitato gli elettori a respingere - Ahmad Jannati, Mohammad Yazdi e Mohammad Taghi Mesbah-Yazdi - hanno perso il proprio seggio. Soltanto Jannati, che presiede il Consiglio dei Guardiani, ha conservato il proprio posto.