Esteri
Etiopia, è pace col Fronte di Liberazione del Tigray dopo due anni di guerra
Terminati i colloqui tra governo federale dell’Etiopia e Tplf (Tigray People’s Liberation Front) che hanno portato all’accordo di pace tra le parti
Pace in Etiopia, a darne l’annuncio l’Alto Rappresentante dell’Unione Africana per il Corno d’Africa, Olesegun Obasanjo
Al termine della sessione, dopo una settimana di colloqui, Olesegun Obasanjo, rappresentante dell’Unione Africana che ha ospitato le trattative a Pretoria, ha detto, “è l'inizio di una nuova alba per l'Etiopia, per il Corno d'Africa e, anzi, per l'Africa nel suo insieme”.
Sembra sia finalmente calato il sipario sulla guerra iniziata dal Tplf esattamente due anni fa, nella notte tra il 3 e il 4 novembre, quando le milizie Tdf (Tigray Defense Force) hanno assalito la base del Comando Nord nella regione del Tigray. Molti soldati dell’esercito federale di stanza lì da oltre vent’anni sono stati uccisi nel sonno, altri feriti. Un’azione di guerra che ha rivelato subito la matrice etnica, perché quelli risparmiati dal Tplf erano tutti militari tigrini.
Non ci sono ancora stime ufficiali sul numero di morti ma è certo che in quell’attacco abbiano perso la vita migliaia di giovani soldati di etnia non tigrina. Un atto di una gravità senza precedenti, un’offensiva violenta per quella che avrebbe dovuto essere una guerra lampo. Obiettivo del Tplf, infatti era marciare su Addis Abeba per riconquistare con le armi il potere politico perso nel 2018 con l’arrivo al vertice del premier Abiy Amhed di etnia oromo.
Ora l’accordo di pace tra il governo della Repubblica Democratica Federale d’Etiopia e il Fronte di Liberazione del Tigray mette fine allo scontro armato, per lasciare spazio al dialogo politico. Nello spirito del Silencing the Guns, secondo l’Agenda dell’Unione Africana per il 2030 e in linea con l’idea panafricana che siano gli africani a risolvere i problemi in Africa, hanno lavorato per raggiungere questo risultato, l’ex presidente della Nigeria e ora rappresentante dell’Unione Africana, Olesegun Obasanjo, del Kenya, Uhuru Kenyatta e Phumzile Mlambo-Ngcuka, ex vicepresidente del Sudafrica, oltre ai rappresentanti delle istituzioni occidentali.