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Esteri
Etiopia, verso la trattativa con i ribelli del Tigrai (Tplf)
Etiopia, il primo ministro Abiy Ahmed 

A gennaio la scarcerazione del padre fondatore del Tplf, Sibhat Nega aveva creato malumori anche tra i più fedeli sostenitori del premier. Per intendersi il leader del Tplf scarcerato è uno che non usa mezzi termini quando si riferisce agli Amhara. Durante un’intervista, a un giornalista che glielo faceva notare, ha risposto secco che “l’unico Amhara buono è un Amhara morto”. Ci si chiede dunque quale potrebbe essere il dialogo di pace tra governo e Tplf se permangono resistenze etniche così forti.

“Prima del 1991”, dice Aster, gli etiopici potevano muoversi liberamente tra quelle che allora erano quattordici regioni e che ora sono undici. Adesso non è più possibile, è come se ognuno di noi per passare dall’una all’altra dovesse richiedere un permesso di soggiorno. È diventato difficile spostarsi anche per lavorare. E poi ogni regione ha forze speciali. In Oromia, per dire, sono circa 400 mila le forze speciali, ottimamente armate. Se si volesse, per fermare il TDF, i combattenti Tigrini che ancora occupano le zone Amhara, basterebbero loro”.

Sul possibile dialogo tra governo e Tplf, mentre il premier Abiy si esprime con cautela, Debretsion Ghebremichael, leader del Tplf in un discorso tenuto alla televisione tigrina ha detto che il Tigray rivuole i propri territori, ora Amhara, vuole mantenere l’esercito della regione, avere il diritto all’autodeterminazione e che, sul proprio futuro, decideranno loro stessi con un referendum. Queste, ha aggiunto, non sono condizioni negoziabili.

Così, mentre in ampie parti del Paese i civili Amhara continuano a morire e in molti si chiedono perché il governo non intervenga, il Tplf si esercita più che al dialogo al diktat. Davvero Abiy Ahmed può immaginare che la soluzione della guerra sia il dialogo con il Tplf? All’interno del governo federale molti esprimono grande preoccupazione per il futuro politico del premier se prendesse la decisione di salvare politicamente il Tplf, mettendo così a rischio l’unità dell’Etiopia.

@Marilena Dolce

 

 

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