Esteri
FMI, la Libia in pole position nella crescita post pandemia
Una crescita mondiale del 6% nel 2021 e del 4,4% nel 2022.
Il fiuto di Mario Draghi per la finanza, l’economia e per tutto quello che ha a che fare con il danaro è stato ancora una volta confermato dal suo primo viaggio come Premier. Un viaggio inaspettato ma importante in Libia.
Perchè importante e strategico dal punto di vista del business?
Perchè , secondo il Fondo Monetario Internazionale, la Libia, paese con le maggiori riserve di petrolio in Africa sarà quello che crescerà di più in questo 2021. E insieme alla Libia anche Macao avrà una crescita sorprendente post pandemia.
Nel caso della Libia, il PIL aumenterà del 131%, il doppio del 2020. A Macao, il rimbalzo sarà del 61,2%.
Entrambi i territori si stanno riprendendo dopo una crisi pesantissima: la Libia, con sette milioni di abitanti, è da anni una polveriera alle porte dell'Europa. La sua economia è scesa di quasi il 60%. La regione amministrativa cinese di Macao invece, con 640.000 abitanti, è stata vittima della pandemia in quanto totalmente dipendente dal turismo. Il suo crollo è stato del 56,3%, da paese in guerra.
In Libia ci si sta avvicinando alle elezioni che sono, in quel paese, ancora un grande punto di domanda. Mentre a Macao il peggio sembra essere passato: i profitti da gioco infatti sono aumentati del 58% a marzo rispetto all'anno precedente, grazie ai numerosi cinesi ammalati di fiches e liberati dalle restrizioni.
I numeri del Fondo monetario internazionale prevedono per il mondo una crescita vigorosa a breve termine, del 6% nel 2021 e del 4,4% nel 2022, ma con una ripresa ha più velocità.
"Molto resta ancora da fare per superare la pandemia e prevenire un aumento persistente della disuguaglianza all'interno di ogni paese e la divergenza del reddito pro capite tra le economie". Libia e Macao sono il volto della ripresa, e paesi come il Venezuela lo sono invece per la totale crisi.
Il FMI stima che l’economia disastrata venezuelana si contrarrà ancora di un altro 10% nel 2021, diventando il “black hole” dell'America Latina e dei Caraibi, che invece crescerà del 4, 6 %.
Misurare la performance dell'economia venezuelana non è facile a causa delle informazioni incomplete fornite dalle autorità, degli effetti dell'iperinflazione che affligge il Paese e delle difficoltà di capire a quanto ammonta il suo debito reale.
In una situazione analoga, anche se per ragioni diverse sta la Siria, con milioni di cittadini sfollati, in fuga dalla guerra.
I paesi che chiuderanno con il segno meno sono una minoranza: tra questi, oltre a Venezuela e Palau, le isole oceaniche di Tonga, Samoa, Micronesia e Isole Marshall; l'ermetica Bielorussia, controllata con pugno di ferro da Aleksander Lukashenko e le isole caraibiche di Antigua e Barbuda.
La ripresa sarà solida in molti paesi, ma non saranno molti a crescere a due cifre. Tra questi l'India che vedrà il suo PIL aumentare del 12,5% quest'anno e del 6,9% il prossimo, superiore alla crescita della Cina (8,4% e 5, 6%) con un ritorno alla normalità da una soglia più alta rispetto ai paesi sviluppati.
Il suo slancio rende i paesi inclusi nella categoria "Asia emergente" quelli che cresceranno di più quest'anno (8,6% dopo un calo dell'1% nel 2020), al di sopra del 6,4% degli Stati Uniti (sceso del 3,5% lo scorso anno ) o del 4,4% per l'area dell'euro (dopo un calo ancora maggiore del 6,6%).