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Francia, una poltrona per due? Chi sono Cazeneuve e Bayrou, aspiranti nuovi premier

Dopo la sfiducia a Barnier, François Bayrou e Bernard Cazeneuve sono i due nomi più accreditati per la costituzione di un nuovo esecutivo. Ecco chi sono

di Andrea Muratore

Francia, una poltrona per due? Chi sono Cazeneuve e Bayrou, aspiranti nuovi premier

Francia, una poltrona per due? Sono François Bayrou e Bernard Cazeneuve i due nomi che circolano come maggiormente probabili per un esecutivo capace di sostituire quello di Michel Barnier travolto dalla sfiducia parlamentare nella giornata di mercoledì. Ma tutte le dichiarazioni politiche lasciano pensare che chiunque sarà chiamato all’Hotel de Matignon per guidare la coalizione che sostituirà quella “degli sconfitti” tra centro macroniano e centrodestra repubblicano sarà un premier a termine.

Due gli orizzonti: il primo, a breve termine, quello del 31 dicembre, giorno entro cui è necessario approvare la manovra finanziaria. Il secondo quello del 7 luglio, data in cui la legislatura compirà un anno e il Parlamento potrà essere, una volta di più, sciolto.

Non c’è clima di compromessi storici, tutt’altro: il voto congiunto della destra del Rassemblement National e della sinistra del Nuovo Fronte Popolare ha sancito il fallimento del progetto di Emmanuel Macron di guidare dal palazzo la normalizzazione del Paese dopo i tumulti elettorali delle Europee di maggio e delle politiche del 30 giugno e del 7 luglio. Ecco dunque emergere i profili di due vecchi marpioni della politica.

Bayrou, un veterano centrista della politica

Da un lato, il 73enne Bayrou, un veterano centrista della politica. Presidente del Movimento Democratico erede dell'Unione dei Democratici Francesi da lui fondato trent'anni fa Bayrou, attualmente sindaco della città pirenaica di Pau (ricopre la carica dal 2014), è stato più volte ministro, deputato per sei legislature, eurodeputato dal 1999 al 2004.  Un Pierferdinando Casini francese, potremmo definirlo. Tre volte (2002, 2007, 2012) presente nella corsa all’Eliseo senza mai raggiungere il ballottaggio, Bayrou dal 2017 è il maggior alleato politico di Macron e ne ha condiviso agenda e battaglie. La sua nomina potrebbe emergere sulla scia della volontà del presidente di mantenere l’assetto della coalizione tra il centro della sua coalizione Renaissance e il centro-destra di Les Republicains aprendo a una “non sfiducia” di Marine Le Pen.

Lo scambio politico ipotizzato è quello dell’avvio della riforma costituzionale per la svolta verso il sistema proporzionale per l’elezione dell’Assemblea Nazionale, tema che vede MoDem e Rassemblement in prima fila, in cambio del via libera alla manovra. La prospettiva è quella di un governo a tempo, che giocoforza aprirebbe a nuove elezioni con un mutato assetto qualora i fatti lo consentissero in estate.

Cazeneuve, già primo ministro con Hollande

Diverso il caso di Cazeneuve, 63 anni, già primo ministro con François Hollande all’Eliseo tra il 2016 e il 2017. Storico esponente del Partito Socialista, la sua scelta implicherebbe un’apertura della macronia a un dialogo organico col centro-sinistra, perlomeno con quelle componenti del Nfp non radicali come La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. La salita all’Eliseo di Olivier Faure, segretario socialista, è un’indicazione in tal senso arrivata nella giornata di oggi: Faure, ricorda Le Monde, ha chiesto a Macron un accordo per un governo che abbia una durata programmata chiara e si basi su un accordo minimo per andare d’accordo. Una prospettiva credibile? Il Nfp vede le sue componenti radicali più chiuse a concessioni e compromessi con Macron, ma per la Sinistra potrebbe essere l’unica strada per tornare al potere. In mezzo, forte nella sua debolezza, chi paradossalmente è certo di restare al governo sembra essere solo il campo macroniano. Un’altra anomalia di questa crisi anomala della politica francese.