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Francia, Macron sceglie il 34enne Attal: è il più giovane premier di sempre

di Redazione Esteri

Popolarissimo, omosessuale, cresciuto tra Roma e il movimento di Strauss-Kahn, con un passaggio anche nel governo dell'era Hollande: chi è il macronista doc

Ecco chi è Gabriel Attal, il nuovo giovanissimo premier francese scelto da Macron

Fuori l'esperta Elisabeth Borne, dentro il giovane, anzi giovanissimo, Gabriel Attal. Emmanuel Macron ha scelto il nuovo premier e si tratta del premier più giovane della storia della Francia. Risolta nel giro di mezza giornata la questione politica aperta dal passo indietro di Borne, scaturita dall'adozione della controversa legge sull’immigrazione e accolta con sollievo da presidente alla ricerca di un rilancio di un secondo mandato in cui la sua popolarità appare piuttosto debole.

Già membro più giovane del governo nel 2017, poi più giovane ministro dell’Istruzione, dopo essere diventato in poche settimane il più popolare dei macronisti è riuscito a succedere a Elisabeth Borne a palazzo Matignon. Detto questo, non in molti si aspettavano la scelta di Attal. Noto per essere un macroniano doc, è stato definito nel recente passato “uomo perfetto”, “bravo studente” o “la migliore incarnazione del DNA macronista”. Ma un'ascesa così rapida non era certamente pronosticabile. Nominato all'Istruzione nazionale nel luglio 2023, dopo un anno importante al ministero del Bilancio, Attal è sembrato prendere posto senza difficoltà al posto del predecessore, l'intellettuale Pap Ndiaye.

Il “giovane Gabriel”, come lo chiamava l’ex primo ministro Jean Castex, moltiplica gli interventi mediatici e fa annunci a ripetizione, causando qualche scontro col personale educativo e i suoi rappresentanti. Alla fine di agosto ha modificato il tanto criticato calendario del nuovo diploma di maturità, spostando le principali prove specialistiche da marzo a giugno, come chiedeva da tempo la maggior parte dei sindacati. Risolve anche una questione su cui da mesi i dirigenti scolastici esercitano pressioni sul ministero, vietando l'abaya e il qamis a scuola. 

Tanto a suo agio davanti alle telecamere quanto Pap Ndiaye era discreto, come sottolinea Le Monde il ministro dell'Istruzione ha saputo adottare contromisure su vicende spinose: di fronte alla protesta scatenata da una lettera minacciosa del rettorato di Versailles alla famiglia di un giovane bullizzato che poi ha posto fine alla sua vita, difende le vittime, castiga il rettorato, promette sanzioni. Mette in primo piano il tema delle molestie fin dall’inizio dell’anno scolastico, partecipando all’elaborazione di un piano interministeriale, annunciando l'istituzione dei “corsi di empatia” nelle scuole.

Un attivismo che lo ha reso a figura più popolare del governo e dell'intera maggioranza. Attal non nasconde la sua omosessualità: il suo compagno è Stephane Sejourne, capogruppo di Renew Europe al Parlamento europeo. Cioè il partito guidato proprio da Macron. Ma prima di entrare nelle fila dell'attuale presidente, Attal è cresciuto anche all'ombra di Strauss-Kahn e ha lavorato al ministero della Sanità durante la presidente di François Hollande, il socialista di fatto silurato da Macron.

Figlio di un produttore cinematografico, studente nella prestigiosa scuola alsaziana di Parigi, la costruzione della sua figura politica passa anche dall'Italia e in particolare da Roma: dopo la laurea a Sciences Po, Attal ha fatto un'esperienza di un anno a Villa Medici, sede dell'Accademia di Francia e fulcro delle istituzioni culturali francesi nella capitale italiana. Nel 2018, da portavoce del governo, ha criticato duramente la linea sui migranti del governo italiano definendola "vomitevole". Un attacco a Matteo Salvini che all'epoca ricopriva il ruolo di ministro degli Interni e vicepremier.

Con la nomina di Attal, Macron spera di risollevare le sorti della sua presidenza, che ha di fronte gli ultimi tre complicati anni. Tra le prime grandi sfide del governo di Attal ci sarà anche la messa a punto dell'organizzazione dei Giochi Olimpici di Parigi in programma la prossima estate. Un appuntamento cerchiato in rosso per le incognite sul fronte della sicurezza e dell'ordine pubblico.