Esteri
G20, Russia e Cina non firmano documento ull'Ucraina; colloquio Blinken-Lavrov
Raid di Mosca su Zaporizhzhia: almeno tre morti. Kiev nega di aver attaccato territori russi con i droni, ma il Cremlino parla di "sabotatori"
G20, Mosca e Pechino non firmano il documento unitario sulla guerra in Ucraina
Non ci sarà alcun documento finale concordato al termine della riunione dei ministri degli Esteri del G20 in India; lo ha annunciato in conferenza stampa il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, parlando di contrasti con i Paesi occidentali legati alla situazione in Ucraina. "I nostri colleghi occidentali, come fecero un anno fa sotto la presidenza indonesiana, hanno cercato con ogni mezzo, prima di tutto con menzogne e dichiarazioni retoriche varie, di portare in primo piano la situazione intorno all'Ucraina, che, ovviamente, presentano come risultato della cosiddetta 'aggressione russa' ", ha aggiunto. Non solo la Russia ma anche la Cina si è rifiutata di firmare la dichiarazione finale, come rende noto la presidenza indiana.
Usa-Russia, breve dialogo tra Blinken e Lavrov al G20
A far discutere, però, non è solo la presa di posizione del Cremlino e della Cina. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un "breve" incontro con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, per la prima volta dall'inizio della guerra, e ha fatto pressioni in relazione alla situazione in Ucraina. Lo ha riferito un funzionario americano, a condizione di anonimato, all’Afp. Meno di dieci minuti di scambio, a margine dei colloqui del G20, nei quali Blinken ha ribadito a Lavrov l'impegno degli Stati Uniti a sostenere l'Ucraina, ha fatto pressione sulla Russia affinché revochi la sua decisione di sospendere il trattato nucleare New START e ha sollecitato il rilascio del prigioniero statunitense Paul Whelan. Il segretario di Stato americano ha voluto "dare un messaggio diretto" e ha esortato la Russia a impegnarsi con l'Ucraina sulla base delle richieste avanzate dal Presidente Volodymyr Zelensky. "Rimaniamo fiduciosi che i russi ... si impegnino in un processo diplomatico che possa portare a una pace giusta e duratura".
La conferma, dopo un’iniziale smentita dello stesso Lavrov, è arrivata dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova all'ageniza Tass chiarendo che non si è trattato di “trattative, riunioni e così via”, ma di un colloquio in movimento.