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Guerra a Gaza, stoccata di Amnesty International: "Israele ha commesso un genocidio". Tel Aviv: "Rapporto falso"

di redazione

Dopo lo scontro, a presidente di Amnesty Israele e due esponenti palestinesi del direttivo dell'associazione si sono dimessi

Guerra a Gaza, lasciano la presidente di Amnesty Israele e due membri palestinesi 


La presidente di Amnesty Israele e due esponenti palestinesi del direttivo dell'associazione si sono dimessi. Lo afferma la sede centrale dell'ong in una nota in cui "si rammarica" della condanna di Amnesty Israele del rapporto sulle accuse di genocidio: "Le dimissioni del presidente di Amnesty International Israele e di due esponenti palestinesi del direttivo dell'associazione riflettono le profonde divisioni all'interno della sezione stessa. La messa a tacere delle voci dei palestinesi da parte di Amnesty International Israele è inaccettabile e verrà valutata attraverso i processi democratici internazionali dell'organizzazione". 

"Amnesty International si è detta profondamente rammaricata per la decisione di alcuni colleghi della sezione israeliana dell'organizzazione di prendere le distanze dal rapporto sul genocidio di Israele nei confronti della popolazione palestinese di Gaza. Amnesty International conferma le sue solide ricerche e conclusioni". Lo scrive la branca internazionale dell'organizzazione in un comunicato dopo che la sede israeliana dell'ong ha preso le distanze dal rapporto che accusa lo Stato ebraico di portare avanti un genocidio a Gaza.

"Determinare se una situazione costituisca genocidio è compito del diritto internazionale, non è un'opinione. Amnesty International è orgogliosa dalla qualità delle sue ricerche. Ricerche imparziali, basate sui fatti, etiche e partecipate sono il cuore pulsante di tutto ciò che facciamo e tutti i nostri rapporti sono soggetti a un rigoroso processo di revisione. Il rapporto in questione è il prodotto di scrupolose ricerche e analisi giuridiche. È stato rivisto dai più alti livelli dell'organizzazione e ha beneficiato della consultazione di esperti internazionali nel campo del diritto internazionale", sottolinea l'organizzazione.

Guerra a Gaza, Israele respinge le accuse 

La sede in Israele di Amnesty ha respinto un rapporto pubblicato dalla branca internazionale dell'organizzazione che accusa Israele di aver commesso un genocidio nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito la stessa branca locale in un comunicato rilanciato dal Times of Israel, con alcuni membri che accusano gli autori dei rapporti di essere giunti a una "conclusione predeterminata".

La branca israeliana del gruppo per i diritti internazionali sostiene di non essere stata coinvolta nella ricerca, nel finanziamento o nella stesura del rapporto pubblicato oggi e che "non accetta l'affermazione che sia stato dimostrato che il genocidio si sta verificando nella Striscia di Gaza e non accetta i risultati operativi del rapporto".

Sebbene "la portata delle uccisioni e della distruzione perpetrate da Israele a Gaza abbia raggiunto proporzioni orribili e debba essere fermata immediatamente", non ritiene che gli eventi "rispondano alla definizione di genocidio come rigorosamente stabilita nella Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio", continua la dichiarazione. Nonostante abbia respinto l'accusa di genocidio, Amnesty Israele afferma comunque che le azioni delle forze israeliane a Gaza "sollevano sospetti di violazioni diffuse e gravi del diritto internazionale e crimini contro l'umanità", e chiede che vengano prese misure che pongano fine immediatamente alla guerra a Gaza.

La dichiarazione sembra anche criticare un doppio standard adottato da Amnesty International nei confronti di Israele e Hamas. In una dichiarazione separata ottenuta dal quotidiano Haaretz, diversi membri di Amnesty Israele e membri ebrei di Amnesty International vanno oltre e accusano il rapporto di produrre un'"analisi artificiale" della situazione nella Striscia di Gaza. "Fin dall'inizio, il rapporto è stato definito nella corrispondenza internazionale come 'rapporto sul genocidio', anche quando la ricerca era ancora nelle sue fasi iniziali", scrive Haaretz citando i membri di Amnesty. "Questo è un forte indizio di parzialità" e "conclusioni predeterminate di questo tipo non sono tipiche di altre indagini di Amnesty International"

Guerra a Gaza, genocidio oppure no? Lo scontro 

L'organizzazione per i diritti umani Amnesty International accusa Israele di "genocidio" contro i palestinesi dall'inizio della guerra a Gaza nel suo nuovo rapporto. Dovrebbe "servire da campanello d'allarme alla comunità internazionale", auspica l'organizzazione che afferma di essersi basata su "dichiarazioni genocide e disumanizzanti del governo israeliano", immagini in particolare satellitari che documentano la distruzione del territorio e ricerche sul campo con gli abitanti di Gaza tra il 7 ottobre 2023 e luglio 2024.

Mese dopo mese, Israele ha trattato i palestinesi di Gaza come un gruppo di subumani, indegni del rispetto dei diritti umani e della dignità, dimostrando la sua intenzione distruggerli fisicamente", ha dichiarato il segretario generale di Amnesty International, Agnès Callamard. "I nostri risultati schiaccianti devono servire da campanello d'allarme per la comunità internazionale: questo è un genocidio che deve finire adesso", ha affermato. Dall'attacco senza precedenti di Hamas, che ha innescato la guerra in corso nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023, Israele ha difeso la sua offensiva con il desiderio di sradicare il movimento islamista.

"Ma siamo chiari: gli obiettivi militari possono coincidere con intenti genocidari", ha insistito Agnès Callamard durante una conferenza stampa all'Aia. Questo rapporto di 300 pagine cita l'esempio di 15 attacchi aerei effettuati tra il 7 ottobre 2023 e il 20 aprile 2024, che avrebbero ucciso 334 civili tra cui 141 bambini, e per i quali l'organizzazione "non ha trovato prove che fossero diretti verso obiettivi militari". Dall'inizio della guerra, a Gaza sono morte almeno 44.532 persone, in maggioranza civili, secondo i dati del Ministero della Sanità di Hamas per Gaza, ritenuti attendibili dall'Onu.

Amnesty evidenzia anche le condizioni di vita dei palestinesi nell'enclave, dove sono soggetti a "malnutrizione, carestia e malattie", che "li espongono a una morte lenta e calcolata". "Gli Stati che inviano armi a Israele violano i loro obblighi di prevenire il genocidio e rischiano di diventarne complici", ha ulteriormente accusato Agnès Callamard. La ONG ha annunciato che pubblicherà anche un rapporto sui crimini commessi da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre 2023 che ha provocato la morte di oltre 1.200 persone da parte israeliana, la maggior parte civili. 

 

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