Germania, Merkel baluardo dei poteri forti. Ecco perché Angela si ricandida
Ma Berlino rischia l'ingovernabilità. L'analisi di Affaritaliani.it
Angela Merkel ultimo baluardo della Vecchia Europa e del mondo che tanto piace alla grande finanza internazionale. La Cancelliera tedesca non aveva alcuna intenzione di ripresentarsi nel 2017 alle elezioni per il rinnovo del Bundestag ma - stando alle ricostruzioni che circolano a Berlino e a Bruxelles - è stata quasi costretta a rivedere la sua decisione dopo il fortissimo pressing, soprattutto di Barack Obama, della Commissione Ue e delle principali istituzioni finanziarie, proprio per arginare quella che viene chiamata la deriva trumpista.
La Casa Bianca tra due mesi avrà come inquilino un amico di Putin che potrebbe rivedere completamente sia la Nato sia gli accordi di Minsk sulla crisi in Ucraina. E il timore, anche delle Repubbliche Baltiche, è che Mosca, con il sostanziale ok di Washington, possa tornare a influenzare pesantemente la politica e l'economia di Kiev, Tallin, Riga e Vilnius. Non solo. L'anno prossimo si vota anche in Francia e a Parigi ormai l'era di Francois Hollande e al capolinea e la "minaccia" della trumpista Marine Le Pen è fortissima. Così come in Italia l'"incubo" Salvini o 5 Stelle aleggia su Palazzo Chigi (e sull'Europa) soprattutto se davvero il premier Renzi dovesse soccombere al referendum del 4 dicembre.
Se dovesse cadere anche Berlino sarebbe uno choc per il mondo, e soprattutto per l'Europa, costruito sulla globalizzazione e sul dominio della finanza e delle banche. E così la "ragazza venuta dall'Est", come la chiamava Helmut Kohl ricordando il passato nella DDR della Merkel, diventa l'ultimo baluardo per evitare la totale capitolazione cominciata martedì 8 novembre. In Germania la Cdu dela Cancelliera, con i bavaresi della Csu in fermento, è ferma al 35% mentre i socialdemocratici sono crollati al 22-23%. E quindi al momento l'unica soluzione è l'ennesima riproposizione della Grande Coalizione. Ma se le cose nei prossimi mesi dovessero andare male, e il Pil tedesco sotto le attese nel terzo trimestre 2016 è un segnale molto preoccupante, non è escluso che Cdu e Spd insieme non riescano a formare un governo.
Anche e soprattutto per l'avanzata della destra anti-Ue e anti-immigrazione dell'Afd, ormai stabilmente sopra il 10% nei sondaggi (terza forza politica federale fortissima soprattutto all'Est). Se così fosse si potrebbe andare verso un clamoroso spostamento a sinistra della Germania (come è accaduto a Berlino per la città-Stato) con un governo Spd-Verdi-Die Linke (i post-comunisti della DDR), sempre che questa soluzione abbia i numeri. La conferma del tracollo dei liberali dell'Fdp sotto il 5% (già ora sono fuori dal Bundestag) sono un ulteriore motivo di ansia tanto che c'è perfino chi prospetta per la locomotiva europeo un periodo di instabilità e ingovernabilità modello Spagna e Belgio. Proprio quello che spera la destra, non solo tedesca, per espugnare anche Berlino e la Cancelleria. Ecco perché obtorto collo, la "ragazza venuta dall'Est" ha dovuto rivedere la sua decisione di lasciare e tornare per cercare un quarto mandato, per certi versi disperato.