Esteri
Germania, Steinmeier presidente. Ex ministro degli Esteri dell'Spd
Così Berlino guida il fronte anti-Trump
L'ex ministro degli Esteri della Germania Frank-Walter Steinmeier è stato eletto capo dello Stato. L'assemblea federale si è espressa in suo favore a maggioranza assoluta, 931 voti su 1253. Steinmeier, 61 anni, socialdemocratico, è il 12mo presidente della Repubblica federale, succede a Joachim Gauck. Rispettate, dunque, le previsioni che davano Steinmeier eletto già alla prima votazione, a maggioranza assoluta, grazie all'appoggio della grande coalizione di governo, oltre che dei Verdi e del Partito liberale (Fdp).
Le funzioni del presidente in Germania sono per lo più di rappresentanza, un ruolo necessario secondo i padri costituenti per evitare che si crei un sistema presidenzialista che mini la democrazia parlamentare, come avvenuto durante la Repubblica di Weimar. A votare è l'Assemblea federale, composta dai 620 deputati del Bundestag e altri 620 delegati inviati dai gruppi parlamentari dei parlamenti regionali. Tra questi ultimi non ci sono solo politici, ma anche personalità di diversi ambiti della vita tedesca, dallo sport alla cultura.
Le prime parole da presidente di Steinmeier, rivolte all'assemblea plenaria che lo ha scelto, sono state un elogio della Germania diventata simbolo di speranza nel mondo. "Non è meraviglioso che il nostro Paese, questa patria difficile, sia diventato per molti nel mondo un'ancora di speranza? Anche dopo la riunificazione c'era un po' di risentimento contro gli stranieri, ed è stata superata. Sono sicuro che ci riusciremo anche oggi".
Steinmeier è considerato l'eminenza grigia del governo di Gerhard Schröder (1998-2005), mente dell'Agenda 2010. Nel 2005, dopo la nascita del primo governo Merkel, Steinmeier ha occupato per la prima volta l'incarico di ministro degli Esteri. Nel 2009 è stato candidato alla cancelleria per l'Spd, sconfitto proprio dall'attuale leader del governo. Fino al 2013 è stato capo dell'opposizione in Parlamento, quindi è tornato a ricoprire la posizione di ministro degli Esteri.
Grande mediatore, grande "meccanico delle dinamiche del potere", come lo descrive oggi il domenicale della Frankfurter Allgemeine, Frank-Walter Steinmeier è l'uomo dell'unità, non della divisione. Per questo, alla fine non è stata una sorpresa quando sul suo nome hanno trovato una convergenza i partiti della Grosse Koalition Spd e Cdu/Csu, ma anche buona parte della Fdp, insieme alla non-belligeranza dei Verdi e nonostante l'iniziale freddezza di Angela Merkel. Che oggi, a margine dell'elezione, ha così commentato: "Frank-Walter Steinmeier sarà presidente della Germania in tempi difficili e io sono certa che, nella sua funzione, potrà accompagnare molto bene il Paese in questi tempi".
Steinmeier è assolutamente convinto che gli interessi della Germania e quelli dell'Ue siano una cosa sola. Lo sguardo va anche alle elezioni federali del prossimo 24 settembre: non sono pochi quelli che in queste ore notano che, comunque vada, vinca Angela Merkel o l'antagonista Martin Schulz, attualmente favorito dai sondaggi, la Germania che uscirà da quest'intensa annata elettorale potrebbe ritagliarsi il ruolo di ultimo antidoto al populismo e di primo bastione anti-Trump.