Esteri
Grecia, la ricetta comunista: fuori dall'euro e potere al popolo

Di Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista
“So di andare controcorrente, ma dico che se tutta la vicenda del referendum greco segnala positivamente una maggioranza di popolo che è nettamente contraria alla UE, al FMI e alle banche ma si evidenzia anche l’opportunismo di Tsipras. Se uno è al governo di un paese fa delle scelte e, o ne paga le conseguenze, oppure ne riceve i meriti. Invece Tsipras cosa ha fatto? Ha fatto come Ponzio Pilato, se ne è lavato le mani. In campagna elettorale ha promesso cose che non riesce a mantenere - e io sono uno dei pochi che l’aveva detto proprio in tempi non sospetti –, ha una lingua quando parla ad Atene e ne ha un’altra quando parla a Bruxelles. E’ chiaro che la cosa non regge. Invece di assumersi le responsabilità di governare un Paese, Tsipras ha scaricato la scelta sul popolo greco che, nonostante tutto ha dato una prova (tra voti nulli e contrari) di maturità anticapitalista, ma ora si trova dei governanti disponibili a tutto pur di rientrare in Europa, tradendo di fatto il mandato referendario. I nostri compagni fratelli del KKE (Partito Comunista di Grecia) ce l’avevano detto e il risultato è palese; tra l’altro si tratta di un governo che ha la componente di Syriza ma anche la componente di destra: è come se in Italia Vendola facesse un governo con la Meloni... E siccome la politica in Italia è ridotta a tifo, vediamo quanto tifo c’è per Tsipras senza sapere chi è, cosa propone e cosa fa.
Il segretario generale del KKE, Dimitris Koutsoumpas, si è rivolto in particolare a coloro che hanno optato per il NO, credendo che in questo modo potevano fermare l’austerità, che potevano rispondere in questo modo alle misure antipopolari e ai memorandum. Egli li ha chiamati a non abbassare la guardia e a non consentire lo sforzo del governo di trasformare questo NO in un SI a nuovi accordi antipopolari. Ha sottolineato che il KKE tende loro la mano per le lotte contro il peggioramento delle condizioni di vita che inizierà già dal giorno dopo il referendum.
Il KKE ha indirizzato un simile appello militante anche a coloro che hanno optato per il SI sotto la pressione del grande padronato, la paura per le banche chiuse, per il loro salario, le loro pensioni, i loro piccoli risparmi.
Il KKE sottolinea che la negoziazione, che è stata promessa dal primo ministro Tsipras, sulla base della sue nuove proposte, porterà inevitabilmente a un nuovo e peggiore memorandum.
La situazione mette in evidenza la necessità per il movimento, per il popolo greco, di adottare massicciamente la proposta del KKE per l’uscita dalla crisi in favore degli interessi popolari. Il KKE sarà in prima linea in tutte le lotte del popolo anche nel periodo che verrà, rafforzando da domani la linea di lotta antimonopolista-anticapitalista, l’aggregazione di alternativa di società attorno al KKE che si può sintetizzare in questo modo:
NO ALLA PROPOSTA DELLA UE, DEL FMI E DELLA BCE.
NO AI NUOVI COMPROMESSI DEL GOVERNO TSIPRAS.
USCITA DALLA UE, CON IL POPOLO AL POTERE.
Questi temi assieme ad altri politici e teorici verranno trattati nella nostra Rivista teorica CRITICA PROLETARIA che sarà presentata a Roma il prossimo Venerdì 10 luglio. In un periodo in cui la comunicazione teorica e politica hanno la massima estensione in un tweet o in una battuta su facebook, i comunisti evidenziano invece la necessità dello studio e dell’approfondimento.