Esteri
Guerra in Ucraina o terza guerra mondiale? Chi sta con gli Usa e chi con Putin
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La spinta decisiva a questa prospettiva potrebbe darla non solo l'estroversione del Cremlino, ma anche e soprattutto le difficoltà interne vissute da Aleksandr Lukashenko. Dopo le proteste di massa dello scorso anno in seguito alle elezioni presidenziali, il leader di Minsk ha capito che ha bisogno della tutela di Putin per poter sopravvivere.
Altri satelliti del mondo sovietico sono con Putin, in primis la Transnistria che però non è nemmeno un paese riconosciuto dall'Onu visto che fa parte della Moldova. Molto più sfilate le ex repubbliche sovietiche. Persino il Kazakistan, il cui regime di Tokayev è appena stato salvato dall'intervento russo dalle proteste interne, si è rifiutato di sostenere l'invasione e riconoscere le repubbliche secessioniste.
C'è poi un altro alleato, meno noto, il Myanmar. Il sostegno del regime militare birmano a Mosca non è sorprendente, poiché la Russia è un fornitore chiave di hardware militare alla giunta, e i due paesi hanno rafforzato i legami dopo il colpo di stato militare del febbraio 2021. Due settimane prima del colpo di stato, il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ha fatto una visita di due giorni a Naypyitaw, impegnandosi a vendere armi per la difesa aerea al Myanmar. Si ritiene che i leader militari di Myanmar abbiano informato le loro controparti russe dell'imminente colpo di stato e abbiano cercato il sostegno della Russia. Meno di due mesi dopo il colpo di stato, mentre la comunità internazionale, compresa la maggior parte delle nazioni occidentali, condannava il regime militare, il vice ministro della difesa russo, il colonnello generale Alexander Vasilyevich Fomin è arrivato a Naypyitaw per partecipare alla 76a Giornata annuale delle forze armate il 27 marzo 2021.
La Cina, che pure aveva sposato la retorica anti Usa e anti Nato di Putin, ha già iniziato a prendere le distanze da Mosca visto che quella che Xi Jinping pensava potesse limitarsi a un'invasione minore del Donbass è diventata una guerra su larga scala che rischia di rompere interconnessioni fondamentali all'economia cinese. Anche l'India, con la sua astensione sulla risoluzione di condanna Onu, si conferma come non allineata nonostante faccia parte del Quad, una sorta di Nato asiatica creata dagli Usa.
Sul fronte occidentale piccola crepa in Ungheria
Molto più compatto il fronte occidentale con l'Europa semmai ancora di più al fianco degli Usa, ma anche Giappone e Australia. Persino la Turchia sembra rientrare in orbita Nato. Intanto, però, in Europa si crea una piccola crepa in un fronte che sembrava unito come non mai. E si tratta dell'Ungheria di Viktor Orban. L'Ungheria vieterà il passaggio sul suo territorio di armi letali dirette in Ucraina. "Il popolo ungherese non vuole la guerra. Vogliamo la pace con i vicini", ha detto il ministro magiaro degli Esteri, Péter Szijjártó citato dal quotidiano 'Magyar Nemzet', in occasione di una vista a Pristina, in Kosovo. L'Ungheria è il paese dell'Ue che finora ha avuto i rapporti più stretti con il Cremlino. Budapest ha approvato tutte le sanzioni Ue e l'uso del Fondo europeo per la pace per mandare armi di difesa in Ucraina. Malgrado ciò, ha spiegato Szijjártó, "oggi abbiamo deciso di non permettere il passaggio di armi letali attraverso l'Ungheria, perché potrebbero essere facilmente obiettivo di attacchi militari".
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