Esteri
Guerra Russia-Ucraina: perché Putin punta sul gruppo neonazista Wagner
Affaritaliani.it pubblica in anteprima un estratto del libro "Io, comandante di Wagner" di Marat Gabidullin
Lo "chef di Putin" e le elezioni americane
I piatti di Evgenij Prigožin lo porteranno lontano. Si guadagna il soprannome di “chef di Putin” e si afferma come figura chiave nei circoli del potere. La sua società di ristorazione Concord Catering si aggiudica molti appalti pubblici. Si occupa della gestione delle cerimonie ufficiali, fornisce i pasti alle caserme militari e si accaparra il lucrativo mercato delle mense scolastiche. Nonostante l’intossicazione alimentare che colpisce centinaia di bambini nella regione di Mosca nel 2017, Evgenij Prigožin non verrà disturbato dal sistema giudiziario. Perché Vladimir Putin lo ha reso un uomo ricco e influente. In cambio, l’oligarca svolge il lavoro sporco di cui il Cremlino ha bisogno. Colpito da sanzioni internazionali, è accusato dall’FBI di aver orchestrato la campagna di ingerenza russa nelle elezioni statunitensi del 2016. Sarebbe a capo dell’Internet Research Agency, vera e propria fabbrica di troll, fonte di manipolazioni dell’opinione pubblica sui social media. La sua testa viene quotata a Washington: per la sua cattura si offrono duecentocinquantamila dollari. Nella sua condizione di “wanted”, eccelle nella disciplina del “catch me if you can”. E vince. Nessuno è mai riuscito ad avvistarlo, né a catturarlo.
Oggi si dice che finanzi Wagner e che ne svolga le funzioni esecutive, con il sostegno di alti ufficiali militari. Dal 2020, Prigožin è sottoposto anche a sanzioni europee per il ruolo da lui svolto “nelle attività del gruppo Wagner in Libia”. È accusato di mettere “in pericolo la pace, la stabilità e la sicurezza nel paese”. Nonostante si moltiplichino le prove del suo coinvolgimento in operazioni di destabilizzazione avvenute tanto nel cyberspazio quanto sul campo, dal Medio Oriente all’Africa, il miliardario minimizza il suo ruolo nel dispiegamento di paramilitari in giro per il mondo e cita in giudizio chiunque lo accusi di avere collegamenti con Wagner. Ha organizzato le sue attività in modo tale che nessuna di esse possa essere giuridicamente legata al suo nome. L’opacità è totale e ben organizzata. È un padrino in stile mafioso di vecchia scuola. Onnipresente ma invisibile. Onnipotente e intoccabile. […]
Marat Gabidullin ha reso buoni servigi a Wagner. Ha ricevuto numerose medaglie conferite internamente dal gruppo, ma anche onorificenze ufficiali dello stato russo per le sue imprese militari. Gli vengono sempre consegnate in segreto. Riconoscimenti in nome dei quali ha dovuto costantemente mentire. Mentire per anni sulla natura delle sue missioni, sui luoghi dove ha militato, sugli uomini che ha incontrato. Mentire per continuare a restare e ad esistere all’interno di un’organizzazione che ha fatto brillare gli occhi a uomini scartati, senza prospettive, per poi trasformarli in carne da cannone. Cartucce sprecate al servizio delle ambizioni geopolitiche del Cremlino. Uomini a cui Marat vuole adesso rendere omaggio, sottraendoli alla clandestinità. Alcuni sono “eroi”, sostiene. Bravi ragazzi a tutti gli effetti che meritano la verità e la fine dell’omertà che circonda questa forza armata segreta. La verità. Una parola molto impegnativa. La ragion d’essere di questa narrazione in prima persona.
Marat Gabidullin, nato nel 1966, è un ex militare dell’esercito russo. Entrato nel Gruppo Wagner nel 2015 come soldato semplice, ha raggiunto presto il grado di comandante. Ha combattuto su vari scenari di guerra, in particolare in Siria, contro l’Isis, e nel Donbass. Io, comandante di Wagner, il suo libro rivelazione, viene pubblicato contemporaneamente in molti Paesi.
Curano l’opera, pubblicata in Italia da Libreria Pienogiorno:
Alexandra Jousset, direttrice di France tv, la televisione pubblica francese, specializzata in giornal ismo d’inchiesta. Con Ksenia Bolchakova ha realizzato il documentario Wagner, l’armata segreta di Putin, frutto di un lungo lavoro di investigazione. Veronika Dorman, figlia di russi dissidenti, responsabile per gli Esteri del quotidiano Libération.
"Io, comandante di Wagner" - Libreria Pienogiorno
Disponibile dall'11 maggio 2022 – 288 pp. - €18,90 – ISBN 979128002 29571