Esteri
Immigrazione, accordo Ue: hotspot da novembre. In arrivo un miliardo di euro
Un confronto anche sulla situazione in Siria e in Libia. Mogherini aggiorna i leader sullo stato dell'arte, anche in vista della prossima assemblea generale dell'Onu dove si parlerà di tutte le crisi aperte. "Qualsiasi strada possibile per trovare una soluzione in Siria deve essere percorsa" afferma Francois Hollande quando gli viene chiesto se Vladimir Putin può avere un ruolo, e in una bilaterale col premier britannico David Cameron si ipotizza che i voli di ricognizione possano essere seguiti da attacchi. Per il premier bulgaro Bojko Borissov "solo con la collaborazione di Stati Uniti e Russia si può risolvere il conflitto". Questa "è la vera soluzione" anche alla crisi dei profughi, spiega. A dare un'idea della magnitudo del fenomeno che l'Europa si potrebbe trovare ad affrontare nei prossimi mesi Tusk, che reduce da viaggi in Turchia e Giordania, avverte: "Con 8 milioni di sfollati in Siria, oggi parliamo di milioni di potenziali rifugiati che cercano di raggiungere l'Europa. Siamo a un punto critico".
Per la cancelliera tedesca Angela Merkel "si sono fatti passi avanti verso una soluzione". Il premier Cameron assicura invece che il Regno Unito "lavorerà con i partner Ue per mitigare il conflitto" in Siria ed offre altri cento milioni di sterline per la crisi dei profughi. I mal di pancia per la decisione sui ricollocamenti restano sullo sfondo. Hollande schiaffeggia i ribelli: "L'Europa è costituita da principi, e chi non li rispetta deve porsi la domanda sulla sua presenza in seno all'Ue". Il più duro è il premier slovacco Robert Fico, che ha già annunciato ufficialmente di volere procedere legalmente contro il provvedimento. Il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka si dissocia: nonostante i malumori preferisce "non accrescere le tensioni". L'ungherese Viktor Orban, stufo di essere additato come "l'europeo cattivo", invita Merkel a non fare esercizi di "moralismo imperialista". E non rinuncia a uno scambio di battute energetico e sostanziale con il collega austriaco.
I quattro Paesi del cosiddetto gruppo Visegrad (Slovacchia, Rep. Ceca, Polonia e Ungheria) si sono presentati alla riunione con una dichiarazione congiunta esprimendo, in parte, i concetti delle conclusioni del vertice. Il summit si è riunito dopo che Bruxelles ha aperto una quarantina di procedure di infrazione contro 19 Stati per mancanze nell’applicazione dei regolamenti sul sistema comune d’asilo (registrazioni, raccolta di impronte, accoglienza e rimpatri).