Esteri
Kosovo, la tensione resta altissima. Borrell: "La situazione è pericolosa"
di Redazione
La Nato rafforza il suo contingente nel nord del Kosovo dopo gli scontri dei giorni scorsi durante i quali sono rimasti feriti 30 militari della missione Kfor
La manifestazione comunque si e' conclusa senza disordini, secondo quanto riferito da diverse fonti sul posto. Sul fronte politico intanto si fanno piu' decise le pressioni occidentali su Pristina per abbassare il livello della tensione: dopo la presa di posizione degli Usa dei giorni scorsi, oggi il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che le autorita' del Kosovo hanno "la responsabilita' della situazione attuale". Lo stesso Stoltenberg ha condannato gli attacchi alle forze dell'alleanza in Kosovo, definedoli "inaccettabili". Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha ribadito l'accusa al governo del primo ministro kosovaro, Albin Kurti, di "tensioni bruscamente e inutilmente intensificate".
Gli Stati Uniti hanno anche sospeso il Kosovo da un'esercitazione militare della Nato in corso. L'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, dopo un incontro con Kurti a Bratislava ha detto che "la situazione attuale e' pericolosa e insostenibile. Abbiamo bisogno di una de-escalation urgente e di una soluzione attraverso il dialogo per tornare al nostro lavoro sull'attuazione dell'accordo raggiunto". Pristina "sta lavorando duramente per trovare una via d'uscita" dalla crisi, ha ribattuto Kurti che apre alla eventualita' di rifare le elezioni ma a patto che finiscano gli scontri. "Abbiamo bisogno di un dialogo intensificato, non di incontri ad alto livello una volta ogni due mesi", ha aggiunto riferendosi alla ripresa dei colloqui con il presidente serbo Aleksandar Vucic, mediati dall'Unione europea per normalizzare i legami tra i due paesi all'inizio di maggio a Bruxelles. In campo anche il tradizionale alleato di Belgrado, la Russia, che ha chiesto il rispetto dei diritti dei serbi del Kosovo: "Crediamo che tutti i diritti e gli interessi legittimi dei serbi del Kosovo debbano essere rispettati", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.