Esteri

L'accusatrice di Kavanaugh: "Ha provato a stuprarmi, pensavo mi uccidesse"

"Non sono qui perchè lo voglio, sono terorrizzata", esordisce Christine Blasey Ford nella sua dichiarazione giurata davanti al Senato Usa. "Sono qui perché penso che sia un mio dovere civico dirvi cosa mi è successo quando io e Brett Kavanaugh eravamo al liceo. Durante una festa Brett mi ha preso e ha provato a togliermi i vestiti. Non ce l'ha fatta perché era molto ubriaco e perchè io avevo un bikini intero sotto i miei vestiti. Pensavo mi avrebbe stuprata. Ho provato a gridare per chiedere aiuto ma mi ha tappato la bocca con la mano. Questa è la cosa che mi ha spaventato di più, e che ha avuto l'impatto più tremend sula mia vita. Non riuscivo a respirare, e pensavo che Brett mi avrebbe ucciso per errore". Queste le prime parole di Blasey Ford, la donna che per prima ha accusato Brett Kavanaugh di aver tentato di violentarla. A presiedere i lavori il Senatore Chuck Grassley, repubblicano dell'Iowa: dopo aver ringraziato sia Kavanaugh che Ford per essersi presentati in udienza, ha attaccato i colleghi democratici della commissione per aver reso pubbliche le accuse, nonostante le richieste di Ford sulla massima riservatezza.

Nel corso della sua dichiarazione d'apertura, Ford ha spiegato come quel tentato stupro ha influito sulla sua vita: "La violenza di Brett ha drasticamente alterato la mia vita. Per molto tempo sono stato troppo spaventata e mi vergognavo di raccontare i dettagli. Non volevo che i miei genitori sapessero che a 15 anni ero in una casa, senza altri genitori, a bere birra con dei ragazzi. Mi sono autoconvinta che, siccome Brett non mi aveva stuprata, dovevo poter andare avanti e far finta che non fosse successo. Nel corso degli anni ho raccontato a pochissimi amici della mia esperienza traumatica. Prima che ci sposassimo ho detto a mio marito di aver subito un’aggressione sessuale. Non ho mai raccontato i dettagli prima del Maggio 2012, durante una terapia di coppia".

"Dopo quella terapia, ho fatto il mio meglio per sopprimere i ricordi della violenza perché pensarci mi faceva rivivere l’accaduto, e mi causava attacchi di panico e ansia - ha proseguito Ford - Qualche volta ho parlato della violenza durante una terapia individuale, ma di nuovo parlarne mi causava molto dolore. Ho provato a non pensarci, ma nel corso degli anni vivevo periodi in cui pensavo all’attacco di Brett".

Nel concludere il suo discorso iniziale, Ford ha raccontato le sue ultime settimane prima dell'udienza: "Con l’avvicinarsi dell’udienza mi sono trovata davanti ad un terribile bivio: condividere la mia esperienza con il Senato e mettere me e la mia famiglia sotto i riflettori? O salvaguardare la nostra privacy e lasciare che il Senato scegliesse Kavanaugh senza sapere tutta la verità sul suo passato? Questa decisione mi ha tormentato per tutto agosto e fino all’inizio di settembre. Il senso del dovere mi ha motivato a contattare in via confidenziale il Washington Post, e l’ufficio della Senatrice Forenstein, ma la paura delle conseguenze ha incominciato a crescere".

"Durante agosto, - ha proseguito Ford - la conferma di Kavanaugh era certa. I suoi sostenitori lo presentavano come un campione dei diritti delle donne. Ho pensato che se mi fossi fatta avanti, la mia voce sarebbe stata soffocata da un coro di potenti sostenitori. Mi ero rassegnata a rimanere in silenzio per lasciare che la commissione e il senato scegliessero senza sapere ciò che Kavanaugh mi aveva fatto. Mi sono convinta a farmi avanti per dirvi come le azioni di Kavanaugh hanno danneggiato la mia vita, in modo che poteste scegliere dopo aver preso tutti i fatti in seria considerazione. Non dipende da me decidere se Kavanaugh merita la Corte suprema o meno. Ma è mia responsabilità raccontare la verità".

Finita la dichiarazione iniziale, la Senatrice democratica Dianne Ferenstein ha chiesto a Ford di specificare quali sintomi ha provato dopo la violenza: "Ansia, paura, claustrofobia e disturbo da stress post traumatico", ha detto la professoressa, che poi a precisa domanda ha assolutamente negato di aver confuso Kavanaugh con qualcun altro.

Dopo Christine Blasey Ford, altre due donne, fino a ieri, avevano dichiarato di aver subito molestie da parte del giudice. Oggi un'altra donna, secondo quanto riportato da un senatore democratico del Rhode Island, avrebbe subito violenze su uno yacht da parte di Kavanaugh e dell'amico Mark Judge, tirato in ballo sia da Ford che dalla terza accusatrice, Julia Sweatnick, nel 1985. Kavanaugh, sollecitato dai senatori, per l'ennesima volta ha smentito i fatti.

Per il giudice sotto accusa la strada è in salita. Donald Trump, per la prima volta da quando è scoppiato il caso, non esclude categoricamente di poter cambiare idea su Kavanaugh, ritirando la sua nomina per la Corte Suprema. " Alle donne che lo accusano di molestie sessuali viene data un'importante occasione per parlare. Le ascolterò ed è possibile che io possa cambiare idea", ha dichiarato il presidente durante una conferenza stampa :" Vedremo cosa succede in aula. Guarderò, che ci crediate o meno. Vedrò cosa verrà detto. Può darsi che siano convincenti" ha aggiunto Trump, che ha comunque provato a difendere Kanavaugh fino all'ultimo, definendo le accuse al giudice "un grande e grosso imbroglio".