Esteri
L'Unesco inserisce Kiev e Venezia tra i siti a rischio: ecco perché
Venezia e Kiev potrebbero essere dichiarate a rischio nella lista dei nei appartenenti al patrimonio dell'Unesco che verrà definita entro il 25 settembre
Vi è, ad esempio, Koh Ker, l'effimera capitale Khmer del decimo secolo, situata a 80 km da Angkor, nel nord della Cambogia. Parzialmente nascosto da una fitta foresta, è formato da numerosi templi e santuari ormai parzialmente ricoperti dalla vegetazione. La Tunisia chiede da parte sua affinché Djerba, isola oggi piuttosto associata al turismo di massa, entri nel patrimonio mondiale come "paesaggio culturale, testimonianza dell'occupazione di un territorio insulare". La Turchia fa lo stesso per le moschee medievali "con colonne e struttura superiore in legno". La Francia aspira al riconoscimento universale per la Maison Carre'e di Nimes, un tempio romano risalente a duemila anni fa e perfettamente conservato. Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan hanno presentato una proposta congiunta per il corridoio Zeravshan-Karakoum, un tratto lungo quasi 900 km della Via della Seta, che attraversava l'Asia dal secondo secolo a.C. al 16esimo secolo. Diversi Paesi hanno inoltre chiesto l'estensione di alcuni siti naturali già censiti. Come il Vietnam, per la leggendaria Baia di Ha Long, o l'Azebaijan e l'Iran per le loro vaste "foreste Hyrcanian", con la loro impressionante biodiversità.
Quest'anno emerge una nuova tendenza anche nelle richieste di riconoscimento. Tre dossier riguardano i luoghi della memoria, finora poco rappresentati all'interno del patrimonio mondiale. Il Ruanda propone di integrarlo con quattro memoriali commemorativi del genocidio dei tutsi, così come la Scuola Superiore di Meccanica dell'Esercito (Esma) per l'Argentina, centro di tortura sotto la dittatura (1976-1983), diventa museo. Francia e Belgio hanno un approccio simile per i luoghi legati alla Prima Guerra Mondiale.