Esteri
Criptovaluta, anche Pechino gioca la sua partita
Ne aveva già parlato nel Marzo del 2018 l'allora governatore della banca centrale cinese Zhou Xiaochuan, durante una conferenza stampa in cui parlava di criptovalute e della sua concreta possibilità che possano in futuro sostituire le monete tradizionali. Adesso a distanza di un anno arrivano le prime conferme sul fatto che la Cina stia seriamente pensando a creare una propria criptovaluta di Stato. La Cina è sempre stata piuttosto ambigua con la materia, considerando che nel 2017 aveva messo al bando alcuni exchange e le ICO di criptovalute, assestando un duro colpo alle valutazioni della più famosa moneta digitale. Nel 2019 poi è arrivato il bando del cosiddetto “mining” di Bitcoin.
In Cina, secondo alcune stime, infatti, ci sarebbero le maggiori “miniere” di Bitcoin, e il paese sarebbe ai primi posti al mondo anche come detentore ed utilizzatore di Bitcoin. Mentre ufficialmente il governo aveva quindi un atteggiamento di aperta ostilità, la popolazione cinese sembra invece guardare con grande interesse al mondo delle valute digitali. Nel 2017 la Banca Popolare aveva già organizzato comunque un progetto di ricerca sul denaro digitale e i pagamenti elettronici, dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio dello Stato. Il fatto che il progetto sia iniziato già nel 2017, ed abbia già ottenuto l’approvazione del Consiglio d Stato, getta una nuova luce sul comportamento che la Cina ha mantenuto ultimamente nei confronti delle criptovalute. Sicuramente come spesso accade, quello che il paese asiatico da a vedere non è quello che poi pensa o realizza dietro le quinte.
La sua ostilità cosi aperta verso le valute digitali avrebbe tutta l'aria di una mossa per sviare attenzione generale verso progetti che invece prevedrebbero un impegno del governo stesso cinese. Impegno che sembra confermato da Wang Xin, direttore dell'ufficio ricerche della banca popolare cinese, che ha affermato che la Cina sta lavorando ad un progetto sulla blockchain, rimanendo piuttosto vago, ma il fatto che abbia citato testualmente la coin stable di Facebook, lascia pensare che l'intento sia proprio quello di analizzare le possibilità di lanciare presto una valuta digitale di Stato. Sicuramente la mossa di Facebook ha accelerato quello che era un processo in essere, considerando che da tempo la Cina combatte una sua battaglia personale contro gli Stati Uniti, a causa del deprezzamento dello yuan.
Infatti secondo gli esperti la creazione di una moneta simile a quella che avrebbe intenzione di creare Facebook permetterebbe alla Cina grandi spazi di manovra dal punto di vista del controllo delle valute e dell'economia. Non bisogna dimenticare che la Cina è uno dei paesi che maggiormente utilizza già i pagamenti digitali, anche grazie alla sua diffusissima app Wechat, tramite la quale è possibile già da anni effettuare transazioni digitali. Non è un caso che a Maggio proprio WeChat ha vietato le transazioni di criptovaluta nei suoi termini d'utilizzo dei suoi servizi di pagamento. Insomma Facebook con la sua mossa ha sicuramente gettato il sasso nello stagno della finanza mondiale, ed è facile preconizzare che niente sarà più come prima.