Esteri
La Russia ha già perso la guerra 2 anni fa. Ma l'Ucraina non può vincere
Putin, ben lungi da uscire vincitore, si ritrova un altro Afghanistan al confine, con la differenza di avere degli europei come avversari e gli USA come nemici
Guerra, la Russia ha già perso. Ma l'Ucraina non può vincere. La coreanizzazione del conflitto
Come disse famosamente il già milioni di volte citato Sun Tzu nella immortale opera sull'Arte della Guerra, la guerra è vinta PRIMA di essere combattuta. E difatti la Russia ha perso la guerra il 24.2.22. Vediamo perché, definitivamente (o quasi, poiché i punti citati non sono granché opinabili, ma pur sempre soggetti a variabili di soluzioni successive) in 13 punti cardinali:
La Russia, infatti, ha fallito 5 obiettivi primari su 5 e viceversa ottenuto 5 obiettivi generali su 10:
1) fallito il putsch per prendere Kiev
2) fallita la invasione della Ucraina orientale
3) fallito il tentativo di tenere Kiev lontano dalla NATO e anzi generato un nemico pericoloso costantemente armato ai propri direttissimi confini
4) fallita, ad oggi, la annessione di tutto il territorio del Donbass
5) fallito disastrosamente L'OBIETTIVO PRIMARIO DI TUTTA LA SUA POLITICA GEOSTRATEGICA STORICA nonché di questa guerra stessa, ovvero il tentativo di arginare la NATO e di tenerla lontana dai propri confini, avendo perfino generato l'ingresso nella NATO di Svezia e Finlandia, totalmente improbabile prima della invasione dell'Ucraina
Viceversa la Russia incassa 5 risultati collaterali, seppur importantissimi:
6) riuscito il controllo della fascia costiera, del Mar d'Azov e di protezione della penisola di Crimea, e quindi dello scacco a Kiev
7) riuscito il ruolo di rilancio della leadership dei BRICS e dei BRICS stessi, ovvero di un asse, sempre più esteso, di paesi che da non allineati diventano apertamente antagonisti all'Occidente atlantico
8) riuscito il fallimento delle sanzioni occidentali
9) riuscito non solo il consolidamento della economia russa come economia di guerra, ma anche in realtà della economia russa in generale, con una espansione di ulteriori mercati, soprattutto asiatici, seppure al costo di una pesante perdita di quelli occidentali
10) riuscita la operazione di attuale cementazione della dittatura putiniana, ormai consustanziale con la figura stessa di imperator e di defensor fidei
In definitiva, tuttavia, il bilancio prevede gli ultimi 3 punti a sfavore della Russia:
11) la perdita sine die dei gasdotti Nord Stream; ovvero il fallimento dell'asse Russia-Germania, quindi della vitale collaborazione eurocentrica, con una correlata pesantissima vittoria geostrategica americana
12) la perdita sine die del ruolo di grande pacificatore mondiale, con le buone o con le cattive, ceduto a Pechino, con conseguente lenta sottomissione de facto alla superpotenza cinese
13) la perdita di una prospettiva di successione pacifica alla propria dittatura, condannando la Russia alla prosecuzione di una guerra sia calda che fredda, o di una ulteriore implosione post sovietica e/o post zarista dopo la morte dello Zar
E inoltre non è finita qui:
I russi non solo non hanno più, dal FEBBRAIO 2022, grandi possibilità né di sfondare né di arrivare a Kiev, ma soprattutto AD OGGI non ne hanno più nemmeno la volontà, perché ormai sanno BENISSIMO:
A) di aver PERSO una percentuale INSOSTENIBILE delle proprie migliori e più addestrate unità combattenti di prima linea e di élite, rinnovabili in tempi molto lunghi e comunque non alla altezza di quelle precedenti
B) di aver perso una punta di lancia come Wagner, nel peggior pasticcio tragicomico mai messo in atto da una potenza militare dai tempi del disastro italiano in Grecia nel 1940
C) di non avere truppe né materiali sufficienti in tempi rapidi nemmeno per arrivare allo Dnepr
D) di poter attaccare ma probabilmente di non poter tenere nessuna città sullo Dnepr, strada necessaria per arrivare a Kiev, né credibilmente di poter sfondare il fronte di Kharkiv (zona strategica che per essere superata andrebbe rasa al suolo tipo Gaza)
E) di non avere vera chance, forse neanche tra anni, di raggiungere Kiev dal nord senza il placet di Lukashenko, che non lo darà probabilmente mai
F) di non poter vincere nemmeno prendendo Kiev, perché il resto della potenza militare ucraina, che ad oggi è un esercito molto più addestrato, numeroso ed equipaggiato di un anno fa, seppure oggi molto debilitato rispetto ad un anno fa, sarebbe concentrata su tutta la riva occidentale dello Dnepr.
G) di non avere praticamente nessuna voglia di avanzare oltre le proprie MUNITE linee difensive, né di poter godere del favore dei vertici militari né della opinione pubblica russa per ulteriori massacri di proprie truppe
H) di poter trattare, da dove sono, ben trincerati, da una posizione di forza.
Putin, ben lungi da uscire vincitore da questo pasticcio, si ritrova un ennesimo Afghanistan al confine, con la differenza di avere degli europei, magari deboli ma non proprio irrilevanti, come avversari e gli USA come nemici, stavolta diretti.
I russi, nonostante abbiano già perso, hanno comunque messo in ulteriore difficoltà l'Ucraina, destabilizzandola ulteriormente, e quindi favorendo gli americani, oltre ad essersi messi de facto nelle mani dei cinesi.
Una situazione PER CERTI VERSI ANALOGA alla PRESENTE GUERRA DI GAZA: gli israeliani hanno GIÀ PERSO, poiché anche se avanzano a Gaza e ormai la controllano integralmente in superficie, non possono sradicare Hamas né far fuori tutti i palestinesi né ottenere nessuna vittoria, se non a parole, nonostante siano sulla carta l'esercito più forte. Come del resto più volte è successo nelle guerre del 900, in primis in Vietnam.
È semplicemente così perché tali sono le condizioni oggettive non modificabili. Peggio: la Russia perderebbe perfino peggio se PERFINO crollasse il fronte ucraino e collassasse il governo di quel pagliaccio di ZELIGSKY, POICHÉ a quel punto la Russia si troverebbe impantanata nell'impossibile controllo di occupazione militare di un paese eternamente ostile, in una situazione ingestibile che farebbe sembrare la occupazione dell'Afghanistan negli anni ottanta una vacanza alle Maldive.
E non solo: la sopravvenuta guerra a Gaza mette in luce la ulteriore impossibilità dei russi di optare per bombardamenti estesi per assicurare una ulteriore controffensiva (bombardamenti che del resto i russi quasi ovunque abbastanza saggiamente hanno RELATIVAMENTE cercato di evitare, in generale a livello sistematico, sia per motivi politici che militari, ma anche per l'equivoco di fondo di aver spacciato la aggressione come una "operazione speciale" mirata ad una sedicente "liberazione" e ad una dichiarata denazificazione).
Da ciò si desume un vocabolo più volte citato, oltre che in questo titolo: la COREANIZZAZIONE, sempre più probabile "soluzione non risolutiva" del conflitto. Una trattativa da parte di Mosca da una posizione di relativa forza, grazie anche al palese stato di prossimo sostanziale esaurimento psicofisico non solo delle Forze Armate ucraine, in difficoltà di approvvigionamento di uomini e materiali palesemente molto maggiore rispetto al nemico russo, ma anche dell'afflosciamento del già patetico e parolaio appoggio degli euroidioti, palafrenieri dei cavalieri del novello Ku Klux Klan yankee, stavolta rivolto al linciaggio, ormai ovunque scomposto, di chiunque gli si pari davanti. E SOPRATTUTTO se dovesse tornare DONALD STRUMP a Washington D.C., col relativo cambio di rotta rispetto al demente senile, ma feroce (coi morti altrui), SLEEPY JOE BIDEN.
Un novello Putin magari di colpo elevato a rango di candidato a Nobel per la Pace, per una possibile svolta di mano tesa, una volta bolliti gli avversari nel loro brodo, e nonostante la succitata sconfitta militare e geostrategica. Un ribaltamento di fronte che il Lucifero Vladimiro sa fare benissimo, da quel personaggio di caratura storica che indubitabilmente è, soprattutto a paragone con i nanerottoli euroservi o con i pagliacci messi alla Casabianca per dimostrare che a Washington comandano SOLO gli apparati.
Ma allora INVECE la Russia potrebbe vincere, contraddicendo la suddetta tesi di fondo? No, perché le condizioni di base non muterebbero: Putin non ringiovanirà e questa guerra gli ha fornito sia una sconfitta che una vittoria di Pirro, persino se ribaltasse il tavolo, poiché, sia detto per la ennesima volta, chi esce vittoriosa da questa fase storica non è la Russia e neanche gli USA, che pure gongolano scioccamente, ma LA CINA, che tiene tutti quanti sotto uno scacco sempre maggiore, facendoli pure scannare tra loro, ovvero tra noi occidentali, per somma goduria e rivincita millenaria orientale. Se non è una sconfitta questa, ma proprio di tutti noi, e non solo occidentali in realtà, ma manco DELENDA CARTHAGO.