Esteri
Le 6 promesse, al momento inevase, del Presidente Trump agli americani
La voglia di infondere ottimismo si scontra con la realtà. Trump si gioca la rielezione.
Fuor di dubbio la voglia di Donald Trump di tenere alto il morale degli americani cercando di infondere fiducia e ottimismo. E comprensibile la volontà del tyccon di giocare bene questa partita che gli puo’ togliere una rielezione che soltanto tre mesi fa era praticamente fuori discussione
Ma questa comprensibile volontà si scontra con le reali fattibilità. Al momento sono 6 le promesse del Presidente che non si sono trasformate ancora in realtà.
La prima, le navi ospedali.
Il Presidente aveva promesso di mandare subito due navi a New York e sulla West Coast.
La realtà dice però che i tempi non saranno così immediati. infatti la prima nave ospedale, la Comfort, è attualmente in riparazione a Norfolk e prima di essere pronta per raggiungere New York passeranno settimane. E la Mercy, ancorata a San Diego, deve ancora essere attrezzata e dotata dei medici necessari. Ci vorranno ancora giorni perchè salpi per la West Coast.
Le sei promesse inevase, al momento, di Trump agli americani
La seconda riguarda le approvazioni dei farmaci da parte della FDA Administration.
Con grande ottimismo Trump aveva dichiarato che un farmaco promettente usato come antimalarico, la idroclorochina, era già stato approvato e sarebbe stato disponibile quasi immediatamente.
Il capo della FDA, Stephen Hahn, lo ha subito smentito dicendo che saranno necessari larghi ‘trial’ clinici prima di poterlo rendere disponibile.
In questo caso specifico in parte potrebbe aver avuto ragione anche il Presidente in quanto la clorochina è un vecchio ma utile e economico farmaco contro la malaria di Bayer. Sembra funzioni anche per il Covid-19 ma occorrono tempi per testarlo in questo senso.
La terza riguarda il sito di Google predisposto da Google che permetterebbe a tutti, dalla propria casa, di capire se si ha bisogno di una prova tampone.
‘Google- ha detto Trump- sta lavorando con 1700 ingeneri per sviluppare un sito per un autocheck. La realtà invece rivelata da Google ‘ è che il sito è sviluppato da una sua compagnia affiliata, Verily, ma per il momento soltanto nell’area di San Francisco e solo per una parte della immensa città’.
Le sei promesse inevase,al momento, di Trump agli americani
La quarta è sulle forniture mediche.
Il Presidente, in più di un’occasione, ha sostenuto che l’Amministrazione ha già ordinato 500 milioni di maschere N95 a compagnie private. Ma gli ospedali e le farmacie continuano a lamentare la mancanza di maschere e ventilatori. Capita la necessità il Presidente ha messo in atto il Defense Production Act, utilizzato in tempi di guerra , per avere dalle aziende riconvertite i materiali necessari.
Ma al momento non si sa assolutamente quanti prodotti saranno necessari e soprattutto, negli ospedali, la mancanza di questi materiali è evidente.
La quinta impressione riguarda la disponibilità dei test per il virus. Trump aveva detto che i test ci sono, sono ottimi e per tutti’. La smentita inizialmente dal vicepresidente Mike Pence , capo dell’unità di crisi, che ha rilevato come al momento le disponibilità fossero insufficienti ma che la situazione stava evolvendo.
Sicuramente arriveranno in quantità sufficienti ma,ancora, non si è avvertita l’inversione di tendenza.
La sesta riguarda gli approvvigionamenti ai supermercati
Trump, spalleggiato dai Ceo delle più grandi catene del paese, aveva promesso che nulla sarebbe mancato agli americani. Certo si possono trovare televisori da 80 pollici,megaconfezioni di noccioline e vino in quantità, peccato che da tempo non si trovino mascherine, disinfettanti per le mani e per la casa e carta igienica.
Comprensibili errori in una simile emergenza, ma forse un po’ più di cautela nelle dichiarazioni farebbe aumentare la credibilità e quindi la fiducia degli americani nel proprio Comandante.